Microsoft e Qualcomm hanno finalmente presentato i primi computer Windows 10 dotati dei processori ARM, prodotti pensati per offrire una connettività a 360 gradi ed un’ampissima autonomia. Come previsto, HP, Lenovo ed Asus saranno i primi produttori a portare al debutto questa nuova famiglia di prodotti mossi, tutti, dal processore Snapdragon 835, lo stesso che trova posto in molti smartphone Android top di gamma.
Apparentemente, questi nuovi computer sembrano classici PC Windows 10, ma rispetto ad una soluzione classica con processore Intel o AMD differiscono sensibilmente sia sul piano tecnico che a livello software. Come già anticipato a suo tempo da Microsoft, i computer Windows 10 ARM potranno eseguire anche applicazioni tradizionali grazie alla presenza di un emulatore. Gli utenti, dunque, non dovrebbero accorgersi delle differenze in quanto l’esperienza d’uso dovrebbe essere più o meno la medesima dei PC tradizionali. HP ed Asus sono stati i primi a presentare le loro prime soluzioni Windows 10 ARM. Lenovo dovrebbe annunciare i suoi prodotti nel corso delle prossime settimane.
Ovviamente, con questa nuova famiglia di dispositivi è importante capire a che target Microsoft vuole rivolgersi vista la loro particolarità. Microsoft ha collaborato con Qualcomm per creare computer “always-on”, in modo tale che siano sempre connessi ad una rete 4G LTE, per offrire agli utenti un’esperienza d’uso più simile a quella di un tablet pc che a quella di un PC tradizionale.
In termini pratici questo significa che gli utenti non dovranno mai preoccuparsi del consumo della batteria e che il dispositivo sarà sempre pronto a lavorare senza la necessità di doverlo spegnere e riavviare ogni volta. Un uso, dunque, più da tablet pc che una volta avviato sarà sempre pronto per essere utilizzato ad ogni semplice tocco di un’utente.
Questa diversa esperienza d’uso sarà possibile grazie al processore Qualcomm Snapdragon 835 che presenta consumi nettamente inferiori rispetto ai classici processori dei PC. I primi computer Windows 10 ARM dispongono di Windows 10 S ricompilato per funzionare con i processori ARM. Tuttavia, in ogni momento gli utenti potranno scegliere di effettuare l’upgrade a Windows 10 Pro.
L’emulatore permetterà di eseguire le applicazioni tradizionali, mentre quelle native sono state ricompilate per funzionare su piattaforma ARM. Nessun problema, dunque, con Chrome, Photoshop e tutti i più classici software che si installano sui PC. In realtà, però, alcune limitazioni ci sono. Le applicazioni Windows a 64 bit non sono ancora supportate e Microsoft non supporta anche le applicazioni che usano i moduli del kernel. Questo significa che molti antivirus potrebbero non funzionare e che i giochi che utilizzano soluzioni anti-cheat potrebbero non funzionare correttamente.
Le prestazioni complessive sono, però, la vera incognita. Tuttavia, la connettività integrata e l’altissima autonomia dovrebbero compensare l’eventuale leggero calo di performance rispetto ai PC tradizionali. L’autonomia dei primi dispositivi Windows 10 ARM dovrebbe superare, infatti, le 20 ore.
Ovviamente, il successo di questi prodotti sarà tutto da scoprire. Già in passato Microsoft ci aveva provato ma non ottenne il successo sperato. Rispetto all’epoca del Surface RT, però, adesso c’è Windows 10 e soprattutto l’emulatore che permetterà di eseguire tutte le normali applicazioni di terze parti.
Questi nuovi prodotti sembrano, dunque, molto differenti e strizzano l’occhio soprattutto agli studenti ed ai professionisti che cercano un portatile a lunga autonomia per le loro attività.
Ma solo il tempo permetterà di scoprire se la nuova avventura di Microsoft avrà successo.