A meno di due settimane dal suo volontario e temporaneo allontanamento per motivi personali, Andy Rubin è tornato ufficialmente in Essential. Non è chiaro quali siano le cause dello stop, arrivato subito dopo la pubblicazione di un report firmato dalla redazione del sito The Information che parla di una “relazione inappropriata” intrattenuta con una dipendente durante la sua permanenza in Google, conclusa nell’ottobre 2014.
In termini concreti, da fine novembre ad oggi, Rubin ha continuato a lavorare con Playground Global, venture capital firm da lui stesso fondata e di cui è CEO, che condivide gli uffici di Palo Alto proprio con Essential. Dunque, di fatto, non si è mai fisicamente assentato dal posto di lavoro. Al momento non vi sono dichiarazioni su quanto accaduto. Nel mese di maggio la società ha presentato il suo primo smartphone, un dispositivo con display edge-to-edge concepito per far parte di un ecosistema molto più ampio insieme a soluzioni avanzate per le smart home e la domotica.
Andy Rubin ha giocato un ruolo di fondamentale importanza nel plasmare l’universo mobile così come oggi lo conosciamo. All’inizio degli anni ’00, infatti, insieme a Rich Miner, Nick Sears e Chris White ha dato vita al progetto Android, passato poi nelle mani di Google e divenuto in circa un decennio la piattaforma più diffusa al mondo su smartphone e tablet. Una curiosità: “Android” era anche il suo soprannome quando lavorava in Apple (tra il 1989 e il 1992), un appellativo assegnato dai colleghi a causa della sua passione per la robotica. Due decenni più tardi si sarebbe ritrovato alla corte di bigG per gestire proprio la divisione al lavoro sui robot, che all’epoca comprendeva anche una serie di team acquisiti dal gruppo di Mountain View, inclusa la Boston Dynamics ora ceduta a SoftBank.