+0,2% in un mese. Troppo poco l’incremento registrato da Oreo, nel panorama relativo alla totalità dei dispositivi Android in circolazione a livello globale, per pensare che il problema della frammentazione sia risolvibile in tempi relativamente brevi come auspicato da più parti (e dallo stesso gruppo di Mountain View). Le nuove statistiche ufficiale pubblicate da Google sul sito dedicato agli sviluppatori non lasciano spazio a interpretazioni.
La release 8.0 sale dunque allo 0,5%, rispetto allo 0,3% rilevato all’inizio di novembre. Una crescita dovuta perlopiù alla commercializzazione di nuovi modelli come Pixel 2 e Pixel 2 XL con preinstallato il nuovo sistema operativo. Proseguendo a ritroso si incontra Nougat con il suo 23,3% (suddiviso tra il 19,3% della 7.0 e il 4% della 7.1), in salita del 2,7% nelle ultime settimane. Marshmallow cede invece l’1,2% e scivola al 29,7%. Flessione anche per Lollipop che chiude al 26,3% perdendo lo 0,9%. KitKat si attesta invece al 13,4% (-0,4%), Jelly Bean al 5,9% (-0,3%), Ice Cream Sandwich allo 0,5% (invariato, la stessa percentuale di Oreo) e infine Gingerbread allo 0,4% (-0,1%).
Si ricorda che le percentuali sono state ottenute analizzando tutti i device che si sono connessi alla piattaforma Play Store mediante l’applicazione ufficiale, in un periodo pari a sette giorni concluso ieri, lunedì 11 dicembre. Serve un deciso cambio di direzione per risolvere un problema che l’ecosistema Android si porta dietro ormai da lungo tempo. Iniziative come Project Treble e il lancio dell’edizione Go indirizzata agli smartphone di fascia bassa potrebbero migliorare la situazione, velocizzando il rilascio degli aggiornamenti, con ovvi benefici in termini di sicurezza per l’utente finale, che potrebbe così contare sulla protezione da minacce e vulnerabilità. Anche una più stretta collaborazione tra bigG e i produttori potrebbe condurre all’esito sperato, rendendo la distribuzione degli update più rapida rispetto a quanto accade oggi.