Lo scorso mese di ottobre, i funzionari britannici avevano chiesto a Facebook di indagare sulla possibilità che i gruppi russi avessero in qualche modo influenzato il risultato del referendum sulla Brexit attraverso il social network. In particolare, i funzionari britannici erano particolarmente interessati a sapere se gli annunci erano stati acquistati dai gruppi russi e quante volte erano stati visti nel caso effettivamente fossero stati presenti.
Il New York Times riporta che Facebook ha trovato poche prove di un’interferenza russa sul referendum inglese della Brexit, almeno per quanto riguarda l’utilizzo dello strumento degli annunci condivisi all’interno della piattaforma dai gruppi russi. Secondo Facebook, la “Internet Research Agency“, cioè l’organizzazione russa accusata di usare i social network come Facebook per influenzare l’esito delle elezioni presidenziali degli Stati Uniti, avrebbe speso meno di un dollaro su Facebook in annunci prima del voto della Brexit per 3 annunci visti da appena 200 britannici. Per influenzare le elezioni presidenziali americane, invece, erano stati acquistati migliaia di annunci.
L’analisi di Facebook sarebbe confermata anche da uno studio condotto dai ricercatori dell’Oxford Internet Institute che avrebbero anche loro rilevato una mancanza di interesse dei gruppi russi nell’influenzare i risultati della Brexit.
La risposta di Facebook non sembra, però, essere piaciuta a Damian Collins, presidente della commissione parlamentare del Regno Unito, che aveva chiesto a Facebook di esaminare la questione. Collins ritiene gli sforzi del social network non adeguati nell’individuare eventuali interferenze russe.
Sembra, dunque, che i gruppi russi che tanto impegno avevano profuso nell’influenzare le presenziali americane, abbiano “snobbato” il referendum inglese della Brexit.