L’Europa fa un passo indietro confermando il così detto “geoblocking” sui servizi online. La Commissione Europea aveva, infatti, proposto la possibilità per i cittadini europei di poter continuare ad usufruire di un servizio di streaming sottoscritto nel loro Paese anche all’interno degli altri Stati membri europei. Il Parlamento Europeo, però, ha bocciato questa proposta ed ha approvato di poter concedere ai cittadini europei la possibilità di poter visualizzare all’estero su Internet solamente i programmi di informazione televisivi e radiofonici online.
Chi sperava che molto presto si sarebbe potuto sfruttare il proprio abbonamento a Netflix anche all’estero, rimarrà sicuramente deluso. Le nuove norme approvate con 344 voti favorevoli, 265 contrari e 36 astensioni dal Parlamento Europeo prevedono solamente nuove disposizioni per rispondere alla crescente domanda di televisione e radio online da parte dei cittadini e rendono più semplice la diffusione online di notiziari e programmi di attualità anche in Stati membri diversi da quelli dove sono stati prodotti. Per favorire la diffusione di questi contenuti l’Europa adotterà una procedura di semplificazione per la concessione dell’utilizzo di materiale protetto da diritto d’autore.
Purtroppo, però, contestualmente, il Parlamento Europeo ha sottolineato che da questa procedura semplificata potranno essere esclusi tutti quei prodotti in cui c’è stato un accordo formale fra il titolare dei diritti e l’emittente radiotelevisiva. Scelta che conferma il così detto “geoblocking” e che è stata presa per tutelare gli investimenti in prodotti nazionali e sostenere la diversità culturale.
Chi sperava di poter seguire le proprie serie TV preferite su Netflix andando in vacanza all’estero non potrà, quindi, farlo. Il voto che ha stravolto le proposte della Commissione Europea ha avuto, ovviamente, un’eco negativo. Il vicepresidente della Commissione Europea per il mercato digitale, Andrus Ansip, ha sottolineato come la decisione del Parlamento Europeo sia una delusione per la gente e per i creatori dei contenuti.
La Commissione, comunque, continuerà la sua battaglia all’interno dei negoziati che si apriranno adesso tra Parlamento, Consiglio e la Commissione stessa.