La settimana più dura per chi ha investito nei Bitcoin si sta per chiudere. Dopo un ennesimo -13%, infatti, il Bitcoin ha raggiunto una flessione pari al 30% in una sola settimana, passando dai quasi 20 mila dollari di pochi giorni fa a poco meno di 14.000. Si può parlare di crollo, di ritorno alla realtà, di scoppio della bolla, di sana monetizzazione, ma occorre anzitutto guardare quanto accaduto nella giusta prospettiva per capire cosa sia successo.
Difficile infatti comprendere le cause esatte del tracollo, ma occorre ricordare come la criptovaluta sia cresciuta a ritmi vertiginosi per tutto l’anno, trasformando la Blockchain nel nuovo grande orizzonte del mercato, e un rallentamento è qualcosa di strutturalmente obbligato. Chi ha speculato in cerca di profitto ha infatti probabilmente iniziato a pensare di monetizzare i propri investimenti, soprattutto in seguito ad alcuni giorni di turbolenza che più di qualche interrogativo hanno catapultato sulle quotazioni dei Bitcoin. Mentre Bitcoin Cash esplodeva, infatti, la versione tradizionale della criptomoneta era nel pieno della sua giornata più difficile, facendo i conti con le prese di profitto che presto o tardi, per forza di cose, si devono manifestare.
Nulla di nuovo, peraltro: nel recente passato il Bitcoin ha già subito cadute traumatiche di questo tipo, salvo riprendersi nel giro di pochi giorni per ricominciare con prepotenza una nuova clamorosa ascesa. In nessuno di quei casi la paura ha avuto la meglio e mai la corsa alla vendita ha avvitato al ribasso le quotazioni oltre qualche giorno appena.
Una nuova correzione quasi obbligata, insomma, che ha fatto la fortuna di altre monete virtuali verso cui i capitali e gli interessi si sono spostati. In questo quadro della situazione si conferma quanto ormai era assodato: non conta tanto la crescita della criptovaluta, quanto il momento nel quale ci si entra: il successo dell’investimento è dato dalla differenza tra l’incasso in uscita e la spesa in entrata, il che (all’interno di un mercato fatto di feroci alti e bassi) rende fondamentale il timing.
Gufi, bolle e altre criptoparole
Il problema è che attorno al Bitcoin si è ormai creato un ecosistema di parole vaghe, espressione più di emozioni che non di concetti. La cosa ha così generato un’aura pericolosa attorno alla criptovaluta, poiché allontana gli utenti dalla realtà e li spinge verso un muro fatto di semplice percezione. I ragionamenti legati ai Bitcoin si sono così trasformati in una sorta di ampio chiacchiericcio da bar nutrito da tifoserie di fronti avversi. Chi spinge il Bitcoin verso nuove vette, chi auspica la bolla come se la caduta fosse una rivalsa personale, chi stigmatizza le analisi più serie come “gufate” nei confronti della criptomoneta. In mezzo, nel caos del gran parlare, in fondo ad ampi strati di improvvisati tutorial e sotto il fumo di improvvisati trader, da qualche parte c’è la verità. E coglierla può fare la differenza tra una gran fortuna e una grave perdita.
Chi ha investito nei Bitcoin sperando nei 50 mila dollari previsti entro pochi mesi (con tanto di scommesse che hanno trovato la via dei media), si trova ora a temere che i “gufi” possano avere ragione; chi si è spostato in tempo su valute come Bitcoin Cash o Ripple sta sperando in una nuova cavalcata che faccia da moltiplicatore alle fortune antecedenti; chi vuole vedere il tutto in prospettiva cerca invece di capire quale futuro possano avere le criptovalute al di là dei rischi di un mercato senza regole, senza riferimenti, senza tutele e privo di trend consolidati. Se il Bitcoin vuole essere realtà consolidata, regalando validi argomenti a quel parallelo con l’oro che si ostenta da tempo, dovrà trovare il giusto equilibrio per limitare gli alti e bassi del proprio valore, trasformandosi in concreta opportunità, comprensibile e strutturalmente intelleggibile all’interno di un paniere di alternative di investimento.
Non si badi troppo a chi critica i gufi, né a chi disegna bolle, né a chi fa promesse, né a chi proclama grandi guadagni: è il momento di capire, perché il Bitcoin, oltre ad essere una opportunità di arricchirsi, è anche e soprattutto un nuovo modo di intendere il denaro. E nel lungo periodo è questo l’aspetto che verrà a prevalere.