Il nuovo iMac Pro, il desktop professionale di Apple, è giunto nelle mani dei consumatori da pochissimi giorni. E, come consuetudine al lancio di un nuovo prodotto Apple, appare in rete il primo teardown. A smontare pezzo per pezzo il nuovo desktop all-in-one è il provider OWC, pronto a mostrare l’intera procedura in un interessante video condiviso su YouTube. Dal processo, emerge una notizia sicuramente intrigante per gli appassionati dell’universo targato mela morsicata: anche per il modello base, RAM e SSD sono aggiornabili.
L’indicazione non è forse una sorpresa: pochi giorni fa, infatti, Apple ha comunicato come la RAM degli iMac Pro sia sostituibile, seppure con l’aiuto di Apple Store o di un rivenditore autorizzato. OWC ha voluto verificare se questa operazione sia accessibile anche all’utente comune, rilevando tuttavia qualche difficoltà.
La procedura di smontaggio di iMac Pro, infatti, sembra essere molto complicata e impossibile da realizzare in assenza di strumenti professionali. Eppure, il teardown del dispositivo è l’unico modo per aggiornare componenti interne quali la RAM poiché il desktop, a differenza degli iMac consumer, non presenta infatti un comodo slot d’accesso.
OWC ha rivelato come il modello base, con 32 GB di RAM, veda una configurazione da quattro banchi da 8 GB ciascuno, pensati per abilitare le funzionalità quad-channel di lettura della memoria. Ottenuto l’accesso alla scheda logica, tali banchi risultano sostituibili, fino a un quantitativo massimo di 128 GB, con quattro slot da 32 GB ciascuno. Non è però tutto, poiché anche lo storage è aggiornabile: la versione base vede due dischi SSD da 512 GB, collegati fra loro in RAID. Sebbene vi siano delle componenti adesive, a scopo di verifica della garanzia, i due dischi possono essere rimossi e sostituiti con hardware analogo.
Come già anticipato, le operazioni di upgrade della RAM e degli SSD sono possibili unicamente tramite Apple Store oppure rivenditori autorizzati, data la complessità della procedura. OWC, tuttavia, è intenzionato a rilasciare un kit anche per l’utente comune, considerato come le componenti hardware in questione abbiano un costo più ridotto sul mercato rispetto ai prezzi solitamente richiesti dal gruppo di Cupertino.