Con un investimento economico che supera i sette miliardi di dollari, SoftBank ha portato a termine l’acquisizione di oltre il 15% del pacchetto di Uber. Il gruppo giapponese, che di recente ha messo le mani anche su Boston Dynamics (rilevandola da Google) e che nel 2016 ha fatto sua ARM per 31 miliardi di dollari, manifesta dunque il proprio interesse per il colosso del ride sharing.
La maggior parte dei titoli è stata acquistata da dipendenti e investitori che hanno sostenuto Uber fin dall’inizio della sua attività. La holding nipponica contribuirà inoltre a rafforzare il business del gruppo mettendo a disposizione nuovi capitali, inizialmente con 1,25 miliardi di dollari, in vista dell’IPO (offerta pubblica iniziale) fissata per il 2019. Si conclude così un anno di certo non semplice per l’azienda, che ha visto un avvicendamento al vertice con il nuovo CEO Dara Khosrowshahi prendere il posto di Travis Kalanick, senza contare la causa legale intentata da Waymo e problemi di altra natura. Queste le parole affidate da un portavoce di Uber alle pagine di Bloomberg.
Siamo impegnati al fianco degli acquirenti per finalizzare la transazione che ci aspettiamo possa supportare i nostri investimenti in tecnologia e spingere la nostra crescita oltre a rafforzare la nostra governance d’impresa.
Grazie al supporto di SoftBank, Uber potrà inoltre contare su un partner per ampliare il proprio raggio d’azione nei territori asiatici, dove la competizione nell’ambito del ride sharing di certo non manca. Una nuova era della mobilità è alle porte e il gruppo ha tutte le intenzioni di giocare un ruolo da protagonista, forte della posizione fin qui acquisita e puntando sullo sviluppo di tecnologie avanzate come quelle legate alla guida autonoma. L’operazione odierna valuta la società circa 48 miliardi di dollari, una cifra sensibilmente inferiore rispetto ai 68-69 miliardi della stima più recente.