Sono salite a 32 le class action avviate negli Stati Uniti contro Apple per aver rallentato volontariamente le performance dei vecchi iPhone con batterie ormai obsolete senza aver prima adeguatamente informato i propri utenti. Si aggiungono così ulteriori possibili problemi legali per la casa di Cupertino, che potrebbe presto dover affrontare azioni simili in altri paesi, tra cui l’Australia, il Canada, la Francia e la Corea del Sud.
Lo scorso anno Apple ha deciso di introdurre un aggiornamento a iOS volto a impedire che gli iPhone con batterie chimicamente invecchiate si spegnessero, non comunicando però nulla ai propri utenti. Finita nell’occhio del ciclone in seguito a delle segnalazioni di diversi possessori di iPhone negli Stati Uniti, il colosso statunitense ha ammesso di aver effettuato tale procedura attraverso un aggiornamento software semplicemente per tutelare i propri consumatori e si è offerta di sostituire le batterie obsolete con un forte sconto (da 89 dollari a 29 dollari), ma ciò non è bastato.
Secondo quanto riportato infatti da ZDNet, questa settimana sono state presentate 5 nuove class action negli USA contro Apple arrivando così a un totale di ben 32 cause legali. Una nello specifico cita Apple per sei diversi comportamenti scorretti tra cui condotta fraudolenta, condotta sleale, violazione di “chattels” (beni mobili), violazione dei doveri impliciti e violazione del patto di buona fede e correttezza.
In generale, ognuna delle cause rivendica qualcosa di simile, ovvero che Apple abbia colpito intenzionalmente i consumatori chiedendo ad alcuni di aggiornare il proprio telefono prematuramente. E mentre la Francia sta conducendo delle indagini per possibile “truffa” e “obsolescenza programmata”, i consumatori statunitensi – e non solo – lamentano soprattutto la mancanza di comunicazione da parte della mela, che a loro parere avrebbe dovuto esplicare a fondo la questione prima di forzarli ad aggiornare il proprio telefono. Vi è comunque da sottolineare che ogni aggiornamento a iOS è installato con il consenso dell’utente in quanto è prima sempre necessario toccare il pulsante “Accetto”.
Non solo gli Stati Uniti: in Corea del Sud 370000 persone stanno provando a domandare ad Apple rimborsi da record, pari a 2.000 dollari per singolo individuo.