Un tempo si chiamavano Google self-driving car, ora sono le vetture a guida autonoma di Waymo. Cambia il nome, ma non la sostanza: il gruppo di Mountain View ha tutte le intenzioni di essere protagonista nella prossima evoluzione della mobilità. Dopo aver annunciato l’avvio di un servizio di ride sharing autonomo a Pheonix, bigG torna a San Francisco per ulteriori test della tecnologia.
Le Chrysler Pacifica in dotazione viaggeranno sulle strade della città californiana per raccogliere altri dati utili al perfezionamento del sistema. Un ambiente diverso rispetto a quello dell’Arizona, in termini di conformazione del contesto urbano. Considerando che tra pochi anni le self-driving car dovranno essere in grado di muoversi senza alcun intervento da parte del conducente, garantendo al tempo stesso il massimo livello di sicurezza possibile, istruire l’intelligenza artificiale che ne gestisce i comandi nelle situazioni più svariate è una necessità. Ecco quanto affermato dal team di Waymo.
San Francisco è stata una delle prime città in cui abbiamo testato le nostre self-driving car, fin dal 2009 quando ci siamo spostati da Lombard Street al Golden Gate Bridge. Ora che abbiamo la prima flotta al mondo di veicoli a guida autonoma operativa in Arizona, le strade nebbiose e collinari di San Francisco forniranno alle nostre vetture un’ulteriore esperienza in termini di fondo e ambiente.
Le ultime statistiche ufficiali, diffuse nel mese di dicembre, parlano di oltre quatto milioni di miglia percorse su strade reali dalle vetture a guida autonoma del gruppo. Una distanza notevole, alla quale si aggiunge quella simulata via software. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare a raccogliere un quantitativo di dati e informazioni sufficienti per garantire il perfetto funzionamento del sistema, senza alcun compromesso o sbavatura. Una nuova era della mobilità è ormai alle porte.