L’ecosistema economico generato da App Store, la piattaforma virtuale pensata per la distribuzione di applicazioni per i dispositivi iOS, potrebbe presto diventare più rilevante dell’industria cinematografica. È quanto spiega Horace Dediu, analista per Asymco, nel sottolineare i trend di crescita dei suoi settori.
Non è di certo un segreto: da anni App Store si conferma come una piattaforma solida, gettonata dagli utenti e soprattutto fiorente per gli sviluppatori di terze parti. Così come di recente confermato dal gruppo di Cupertino, Apple ha distribuito complessivamente 70 miliardi di dollari ai developer, tramite il modello di revenue sharing al 30%. Nel frattempo, App Store si avvia a raggiungere un volume d’affari ben oltre ai 40 miliardi di dollari, una cifra che potrebbe essere raggiunta nel corso del 2018. Anche l’intera industria cinematografica mondiale si attesta sulle medesime somme e, secondo le previsioni, potrebbe essere nei prossimi mesi superata proprio dallo store virtuale targato mela morsicata.
Non è però tutto: sebbene App Store abbia subito un rallentamento rispetto all’impennata vissuta negli scorsi anni, per il fisiologico assestamento del mercato, la domanda da parte degli utenti è ancora molto elevata. L’analista stima come la reale spesa sul negozio di Apple sia addirittura del 43% più alta rispetto a quanto comunicato da Apple: questo perché la società di Cupertino riferisce informazioni unicamente su transazioni che gestisce autonomamente, ma l’universo di App Store vede anche un’economia esterna. Si pensi, ad esempio, ad applicazioni di vendita online come Amazon, di streaming come Netflix e analoghi: tutti settori che, pur non portando direttamente denaro ad Apple, approfittano dello store di Cupertino per far crescere il proprio business. E così vale anche per le aziende dedite in advertising, pronte ad approfittare proprio di App Store come strumento per la sponsorizzazione virale. Nel mentre, qualche mese fa è emerso come quello di App Store potrebbe essere considerato anche come un’azienda a se stante da Cupertino, considerato come il giro di mercato permetterebbe al negozio virtuale di entrare senza problemi nella lista delle compagnie Fortune 100.