La tecnologia non dovrebbe mai dominare l’esistenza, bensì renderla migliore e più semplice. A sostenerlo è Tim Cook, CEO di Apple, in occasione di una veloce visita in Europa per promuovere l’iniziativa “Everyone Can Code”. Il leader della mela morsicata, approfittando di un discorso presso l’Harlow College in Inghilterra, ha spiegato il suo punto di vista sul progresso tecnologico, in particolare sul suo impatto sull’esistenza umana.
Così come riportato dal Guardian, Tim Cook ha voluto evidentemente avvicinare la questione del rapporto tra uomo e tecnologia a seguito delle richieste, avanzate qualche giorno fa da alcuni investitori, di inserire delle misure in iOS per limitare la dipendenza dei più piccoli dagli smartphone. Il leader di Cupertino ha quindi spiegato come la tecnologia possa risultare molto utile nell’esistenza quotidiana delle persone, tuttavia queste ultime non dovrebbero mai essere dominate dall’ultimo device apparso sul mercato o dalla velocità con cui questo settore progredisce.
Non credo nell’abuso della tecnologia. Non sono una persona che ritiene di aver raggiunto il successo se le persone ricorrono continuamente alla tecnologia. Non lo sottoscrivo affatto.
Proprio poiché invitato a parlare dell’importanza della tecnologia nell’universo dell’istruzione, Cook ha spiegato come vi siano degli ambiti dove il ricorso ai device sia imprescindibile, quali la grafica o l’ingegneria, altri dove invece potrebbe risultare addirittura superfluo, quale lo studio della letteratura. In ogni caso, la tecnologia non dovrebbe essere mai opprimente, tanto che il CEO ha affermato di aver imposto dei limiti alle persone care. Ad esempio, non vuole che i suoi giovani nipoti si iscrivano ai social network.
Su un fronte, però, Cook non sembra avere dubbi: quello della programmazione. Durante l’intervento, ha specificato come oggi il coding sia addirittura più importante delle lingue straniere:
Credo che, se si fosse obbligati a scegliere, è più importante imparare la programmazione di una lingua straniere. Lo so che molti non saranno d’accordo. Ma la programmazione è un linguaggio globale, è il modo con cui si può conversare con 7 miliardi di persone.