Amazon ha avviato la progettazione di un chip per l’intelligenza artificiale che verrà installato nei futuri smart speaker Echo e nei dispositivi di terze parti. L’obiettivo è velocizzare le risposte dell’assistente personale Alexa attraverso l’elaborazione locale dei comandi, evitando quindi l’accesso al cloud.
Amazon non possiede impianti produttivi, per cui la realizzazione dei processori verrà affidata ad un chipmaker esterno. L’azienda di Seattle ha però creato uno staff di esperti attraverso varie acquisizioni avvenute nel corso degli anni. Nel 2015 ha speso 350 milioni di dollari per Annapurna Labs, un chip designer israeliano che ha progettato i processori Alpine per router WiFi, dispositivi per smart home e dispositivi per lo streaming multimediale. Annapurna sarebbe ora al lavoro sul chip IA per i futuri device basati su Alexa.
Blink, un produttore di smart camera acquisito da Amazon a fine dicembre, realizza invece un processore a basso consumo per la compressione video. Per il gigante dell’e-commerce lavorano quasi 600 esperti nella progettazione di chip, alcuni dei quali sono ex dipendenti di Intel, Qualcomm, Apple e Microsoft.
Attualmente gli altoparlanti Echo integrano un chip che permette di attivare il dispositivo quando l’utente pronuncia la “wake word” Alexa. I comandi vocali vengono inviati ai server, quindi la risposta arriva con un leggero ritardo. Compiti più complessi, come la riproduzione musicale, necessitano del cloud, ma task più semplici possono essere eseguiti direttamente sullo smart speaker dal chip IA. Ciò garantisce tra l’altro una migliore sicurezza (i dati non vengono intercettati) e un maggior rispetto della privacy (i dati rimangono sul dispositivo).