Colpo di scena nella vicenda concernente i molteplici tentativi di Broadcom di acquisire Qualcomm. Il presidente Donald Trump ha deciso di emettere un ordine per bloccare ogni possibile tentativo di fusione tra le due società. Una scelta che sarebbe stata fatta per ragioni di sicurezza nazionale. Secondo il testo del provvedimento, se Broadcom avesse acquisito il produttore americano di processori per smartphone, avrebbe potuto intraprendere azioni che avrebbero potuto compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Broadcom, si ricorda, è una società con sede a Singapore. L’ordine firmato dal presidente americano non si limita a vietare la fusione ma evidenzia che le persone appoggiate dalla società di Singapore pronte ad entrare nel consiglio di amministrazione di Qualcomm non potranno essere elette. Broadcom, infatti, aveva pronta una sua rosa di nomi da far entrare nel consiglio di amministrazione del produttore di processori per provare a forzare la fusione dall’interno.
Sembra che Broadcom fosse a conoscenza del fatto che Trump potesse arrivare a tentare di bloccare l’operazione di acquisizione e aveva cercato di impedirlo. Questa azione clamorosa del presidente americano non è, in realtà, inedita. Già in precedenza Trump aveva stoppato l’acquisizione di una fabbrica americana da parte di una società cinese.
Tuttavia, Broadcom avrebbe già pronta una contromisura. Come noto, la società sarebbe in procinto di trasferire la sua sede da Singapore negli Stati Uniti entro il prossimo 3 aprile. Con questa mossa, Broadcom sembra pronta a combattere l’ordine di Trump ed ha già sottolineato che in caso di fusione, l’iter non sarebbe stato portato avanti sino a che il trasferimento della sede non sarebbe stato finalizzato.
Trump, comunque, ha evidenziato chiaramente che l’acquisizione non dovrà avvenire e questo potrebbe avere riflessi anche nel caso Broadcom diventi a tutti gli effetti una società americana. Quello che appare evidente, comunque, è che anche a seguito dell’ordine di Trump, Broadcom non sembra intenzionata a mollare la presa su Qualcomm. La vicenda, dunque, non sembra essere ancora definitivamente chiusa.