Facebook potrà mai diventare un giorno un servizio a pagamento? La risposta è chiara e giunge direttamente da Mark Zuckerberg: no, non succederà, o quantomeno spera che non debba succedere. Tuttavia è questa una risposta piena di sfumature, che merita un approfondimento sia per le parole esatte utilizzate, sia per il contesto nel quale Zuckerberg ha esplicitato il proprio pensiero in merito.
Il contesto è quello dell’audizione di Mark Zuckerberg al cospetto del Congresso. Il fuoco incrociato delle domande al CEO di Facebook ha consentito a Zuckerberg di chiarire la posizione del social network a seguito del caso Cambridge Analytica: un lungo “mea culpa” nel quale l’ammissione di colpa è nell’aver considerato in modo troppo superficiale le responsabilità del gruppo nei confronti dei dati degli utenti. Ma nel mezzo di questa disamina è emerso a più riprese un concetto che Zuckerberg ha voluto chiarire poiché estremamente significativo. Letteralmente: «esisterà sempre una versione gratuita di Facebook».
Si tratta di una frase iconica, centrale, densa di significati. Ciò che immediatamente balza all’attenzione è il fatto che per la prima volta viene implicitamente lasciato intendere come una versione di Facebook a pagamento sia cosa quantomeno contemplabile nell’alveo del possibile, impossibile da eliminare a priori. Tuttavia è questo probabilmente soltanto l’aspetto minore e più superficiale di una frase il cui significato più importante e recondito è invece nascosto tra le righe.
“Esisterà sempre una versione gratuita di Facebook” significa infatti anche altro. La frase implica di fatto la possibilità che possa esistere anche una versione a pagamento, ma al tempo stesso implica altresì che la versione a pagamento non possa essere sostitutiva della versione gratuita, quanto piuttosto una sorta di versione “plus”. Se nuove regolamentazioni imponessero a Facebook regole tanto restrittive da dover virare verso un modello di business a sottoscrizione, di fatto Facebook sarebbe al tramonto poiché la perdita di utenza significherebbe il depauperamento del numero di connessioni e pertanto il crollo della struttura che regge la community.
Il ragionamento di Zuckerberg è costruito sulle parole che nelle ore precedenti aveva già confessato Sheryl Sandberg, secondo cui l’ipotesi di un accesso a Facebook su sottoscrizione sia l’ultimo stadio di una serie di soluzioni di opt-out. Laddove non si sfruttano i dati degli utenti per fini pubblicitari (dati che rappresentano la moneta con cui si paga l’utilizzo gratuito del social network), l’unica alternativa percorribile è una privacy più solida a tutela dell’utente a pagamento. La monetizzazione esplicita tra privacy e denaro è però argomento di evidente imbarazzo, impossibile da affrontarsi direttamente, ed inoltre si tratta di una frontiera estremamente pericolosa che Zuckerberg non vuole nemmeno lontanamente immaginare. Ecco perché “esisterà sempre una versione gratuita di Facebook” è un modo delicato per esprimere molte cose, tutte assieme, tutte attraverso i non-detti di una espressione che per molti versi è il cuore dell’intera audizione.