Dopo l’udienza al Senato, Mark Zuckerberg, nella serata di ieri, si è seduto davanti ai membri della Camera del Congresso per spiegare il suo punto di vista sullo scandalo di Cambridge Analytica e come la sua società tratta e difende i dati personali degli iscritti. L’udienza ha ricalcato lo stesso schema di quella del Senato del giorno precedente. Il CEO di Facebook ha ripetuto, nella sostanza, il discorso in cui ammetteva le responsabilità per quanto accaduto e confermava la volontà di voler impedire che in futuro si possano ripetere fatti analoghi.
Tuttavia, dalle domande poste dai membri della Camera sono emerse alcune novità rispetto a quello che Mark Zuckerberg aveva dichiarato il giorno precedente. Il CEO di Facebook ha dichiarato di essere stato a sua volta “vittima” di Cambridge Analytica in quanto il suo profilo è uno degli 87 milioni che la società di analisi ha raccolto e poi utilizzato illecitamente per i suoi scopi. Non è chiaro se Mark Zuckerberg abbia installato l’app “thisisyourdigitallife” o se i suoi dati sono stati raccolti attraverso uno dei suoi amici. In ogni caso il risultato finale è stato lo stesso e cioè che i dati personali del CEO di Facebook sono finiti nelle mani di Cambridge Analytica.
Mark Zuckerberg ha poi dichiarato un elemento molto importante e cioè che le modifiche alla piattaforma per gli utenti europei che saranno apportate per rispettare il nuovo regolamento per la protezione dei dati europeo, il GDPR, saranno poi rese disponibili per tutti. Il GDPR impone requisiti molto stretti su come vengono raccolti i dati dell’utente e su come le informazioni debbano essere cancellate su richiesta dell’iscritto. Trattasi di una conferma molto importante in quanto in precedenza sembrava che Facebook non volesse estendere tali modifiche a tutti i suoi iscritti.
Nel corso dell’udienza, Mark Zuckerberg ha anche confermato che la sua società raccoglie i dati delle persone che non sono iscritte al social network, questo per motivi di sicurezza. Il CEO di Facebook ha anche ammesso che la sua società è responsabile dei contenuti pubblicati all’interno della piattaforma, affermando, quindi, che il social network è anche una grande media company. Tra le domande dei politici anche una legata al tema della diversità razziale nella Silicon Valley.
Un’udienza anche in questo caso molto lunga in cui Mark Zuckerberg ha spiegato per l’ennesima volta tutti i passi necessari che saranno effettuati per mettere al riparo gli utenti e salvaguardare maggiormente i loro dati.