Ci sono giochi destinati a lasciare un segno indelebile nella cultura e nella storia videoludica: Ultima Online è senza alcun dubbio uno di questi. Lanciato nella seconda metà degli anni ’90 dal genio visionario di Richard Garriot, può essere definito il capostipite del genere MMORPG. Un titolo capace di fondere alla perfezione le dinamiche da GdR all’esplorazione di un vasto mondo in pieno stile open world.
Per chi lo ha amato allora (come il sottoscritto) c’è una nuova possibilità di tornare nelle lande di Britannia, vivendo l’avventura in solitaria oppure unendosi a una gilda. Fa infatti il suo debutto ufficiale la versione free-to-play, chiamata Ultima Online: Endless Journey. Il download del client è gratuito, così come l’accesso a tutte le caratteristiche del gameplay, mentre ricorrendo a un sistema di microtransazioni è possibile acquistare equipaggiamento extra. In alternativa è comunque possibile optare per un abbonamento, come è sempre stato. Di seguito uno screenshot d’annata.
L’assoluta libertà e la relativa semplicità dell’azione hanno costituito la fortuna di Ultima Online, con il suo comparto grafico bidimensionale e la visuale isometrica dall’alto. Ha rappresentato per molti il primo contatto con l’universo dei giochi online e del multiplayer. All’epoca ci si coordinava attraverso ICQ o mIRC, l’ADSL ancora era una chimera e ci si connetteva con traballanti modem 33,6k o 56k. I più fortunati già potevano disporre di una linea ISDN, riducendo così il lag in modo determinate negli scontri. Si poteva trascorrere il tempo andando a caccia o migliorando le proprie skill in allenamento, raccogliere materiali o specializzarsi in una professione. Nessun titolo è mai davvero riuscito a raccoglierne appieno l’eredità nel corso di due decenni, nemmeno quel World of Warcraft che a modo suo ha segnato un punto di svolta.