Netflix potrebbe rappresentare l’anti-Apple, almeno sull’organizzazione del lavoro. È quanto ha sottolineato il CEO del colosso dello streaming, Reed Hastings, in occasione di una conferenza TED a Vancouver, in Canada: la società condivide progetti e informazioni con tutti i dipendenti, senza filtri e segreti. Una cultura, quella organizzativa dell’azienda statunitense, che non avrebbe eguali nell’universo dei big tecnologici.
Hastings ha voluto sottolineare la grande libertà che caratterizza Netflix, un coinvolgimento di tutti i dipendenti atipico rispetto alle modalità di gestione delle altre aziende tecnologiche. Una scelta, quest’ultima, che proverrebbe dal passato: il CEO, infatti, ha spiegato come il cambio di prospettiva sia nato dopo la chiusura della sua prima società, Pure Software, troppo concentrata sulla prevenzione degli errori anziché sulla sperimentazione.
Secondo Hastings, la chiave del successo di Netflix è nella costruzione di un senso d’appartenenza e di responsabilità a tutti i livelli, affinché ogni dipendente si percepisca come un elemento irrinunciabile di una grande famiglia. Un modello opposto a quello di Apple, spiega, dove le informazioni vengono limitate a compartimenti stagni di dipendenti, per evitare leak o fughe di notizie preziose:
Siamo l’anti-Apple. Loro procedono a compartimenti, noi facciamo l’opposto. Tutti ricevono tutte le informazioni.
Non è però tutto, poiché i dipendenti di Netflix sarebbero anche incentivati nell’esprimere le loro opinioni, anche e soprattutto quando in contrasto con quelle della maggioranza:
Vogliamo che le persone dicano la verità, quindi diciamo “Essere in disaccordo in silenzio è sleale”. Non è corretto lasciare che una decisione venga presa senza dire la propria opinione. Siamo molto focalizzati sul prendere decisioni che provengano da un buon confronto.
Facendo parte anche del direttivo di Facebook, Hastings si è anche espresso sul recente scandalo che ha colpito la piattaforma di social networking. Secondo il CEO di Netflix, queste società stanno cercando di “crescere velocemente”, mentre oggi i social network sono quello che la TV ha rappresentato negli anni ’60. Ai tempi, infatti, anche il piccolo schermo era giudicato un mezzo quasi diabolico, capace di corrompere la mente del pubblico.
E si è scoperto che tutti stavano bene, serviva solo qualche piccolo aggiustamento. Tutte le nuove tecnologie hanno dei pro e dei contro, i social media stanno cercando di capire quali. […] Facebook non è stato criticato completamente in modo ingiusto, ma Mark Zuckerberg sta guidando un appassionato processo di cambiamento.