Russia vs Telegram, bloccati oltre 16 milioni di IP

Nel tentativo di impedire l'accesso a Telegram, il governo russo ha iniziato a bloccare milioni di indirizzi IP di Amazon Web Services e Google Cloud.
Russia vs Telegram, bloccati oltre 16 milioni di IP
Nel tentativo di impedire l'accesso a Telegram, il governo russo ha iniziato a bloccare milioni di indirizzi IP di Amazon Web Services e Google Cloud.

La Corte Distrettuale di Mosca ha approvato la richiesta di Roskomnadzor, l’ente che controlla le comunicazioni nel paese, consentendo quindi il blocco di Telegram a partire dal 13 aprile. Tutti gli ISP russi dovranno impedire l’accesso al servizio di messaggistica fondato da Pavel Durov. Nella blocklist governativa sono finiti però oltre 16 milioni di indirizzi IP di Amazon e Google. Ciò ha avuto conseguenze negative per numerosi siti, giochi online e app mobile.

Lo scontro tra Telegram e il governo russo è iniziato circa un anno fa, quando la FSB (ex KGB) ha chiesto le chiavi crittografiche utilizzate per cifrare i messaggi scambiati tra gli utenti. Secondo i servizi segreti, Telegram viene usato dai terroristi per pianificare gli attacchi, quindi è necessario intercettare i messaggi in nome della sicurezza nazionale. Dato che la software house non ha rispettato la sentenza del giudice, Roskomnadzor ha citato Telegram per inadempienza, ottenendo un’altra sentenza favorevole, ovvero quella che ha dato il via libera al blocco.

Per eludere il ban, Telegram ha spostato parte della sua infrastruttura su Amazon Web Services e Google Cloud durante il fine settimana. Roskomnadzor ha quindi iniziato ad aggiungere alla blocklist milioni di indirizzi IP di Amazon e Google nel tentativo di impedire l’accesso al servizio (in questo momento sono quasi 20 milioni). Molti utenti hanno però segnalato che Telegram è ancora raggiungibile usando VPN e proxy, mentre la mossa dell’ente federale ha causato l’interruzione di altri servizi.

Roskomnadzor ha inoltre chiesto a Google e Apple di rimuovere Telegram per Android e iOS dai rispettivi store. Anche il noto portale APKMirror ha ricevuto la richiesta di cancellare i file APK dell’applicazione. La Russia non ha nessuna giurisdizione, ma potrebbe bloccare l’indirizzo IP del sito al livello di ISP.

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