Dopo che il co-fondatore di WhatsApp Jan Koum ha lasciato Facebook per presunti contrasti interni sulla gestione della privacy degli utenti, l’azienda di Mark Zuckerberg interviene per difendere la crittografia end-to-end dei messaggi scambiati sui due servizi proprietari di messaggistica (WhatsApp e Messenger), pur ammettendo che questo genere di protezione aiuti «persone cattive a fare cose cattive».
In un post diramato sul blog, Gail Kent di Facebook ammette di comprendere la frustrazione dei funzionari governativi intorno a tale tecnologia, soprattutto quando una minaccia potrebbe essere imminente. «Sento parlare funzionari dei governi che si chiedono perché continuiamo ad abilitare la crittografia end-to-end quando sappiamo che viene utilizzata da persone cattive per fare cose cattive», spiega, ma secondo quanto sottolineato rimuoverla comporterebbe l’influire negativamente su un «importante livello di sicurezza per le centinaia di milioni di persone rispettose della legge».
Quando si tratta di servizi di crittografia, sappiamo che lavorare con i governi può essere controverso. Ma crediamo che sia parte della nostra ampia responsabilità verso le comunità che serviamo, purché coerenti con la legge e non compromettano la sicurezza dei nostri prodotti. Due volte all’anno, pubblichiamo un Rapporto sulla trasparenza che espone ogni richiesta governativa che abbiamo su Facebook, WhatsApp, Instagram e Messenger. Esaminiamo ogni richiesta di adeguatezza giuridica e contestiamo quelle che sono carenti o eccessivamente ampie.
Secondo Facebook, inoltre, rimuovere la possibilità di inviare e ricevere messaggi crittografati su WhatsApp e Messenger non impedirebbe comunque ai malintenzionati di usare tale funzione di sicurezza dato che è implementata su altri servizi concorrenti. E mentre i sostenitori delle cosiddette backdoor immaginano un modo nascosto di aggirare la crittografia, ovvero implementando appunto una “porta segreta” che possa consentire di accedere solo e soltanto alle conversazioni di potenziali criminali o terroristi, «gli esperti di sicurezza informatica hanno ripetutamente dimostrato che è impossibile creare una backdoor che non possa essere scoperta – e sfruttata – dai malintenzionati».
In definitiva, indebolire qualsiasi parte della crittografia indebolirebbe l’intero ecosistema di sicurezza, per tale motivo Facebook assicura che sui propri servizi di messaggistica tutto rimarrà com’è.