In quale direzione condurrà l’evoluzione dell’intelligenza artificiale? I timori espressi da più parti e legati all’ipotesi di un suo sviluppo incontrollato sono legittimi oppure frutto di un’allarmismo ingiustificato? Domande lecite, alle quali oggigiorno risulta difficile trovare una risposta in grado di mettere d’accordo tutti. Quanto visto sul palco dell’I/O 2018 può però costituire un interessante spunto di riflessione sul tema.
L’IA dell’Assistente Google è stata assoluta protagonista nel keynote che ha aperto l’evento e il clou lo si è toccato con la presentazione di Duplex. Una tecnologia in grado di intrattenere una vera e propria conversazione telefonica con un interlocutore in carne e ossa, rispondendo in modo naturale alle domande poste. La demo fornita dal gruppo di Mountain View ha visto il sistema prenotare l’appuntamento per un taglio di capelli e cercare di fare altrettanto per un tavolo al ristorante, replicando in modo coerente e in tempo reale a quanto detto da chi si trova all’altro capo della linea. Di seguito il filmato (la parte più interessante ha inizio al minuto 01:10).
Sulle pagine del Google AI Blog è possibile consultare informazioni tecniche approfondite sul funzionamento, dall’impiego di reti neurali ad algoritmi per la sintesi vocale, mentre in questo articolo vorremmo focalizzare l’attenzione sul potenziale impatto di una simile tecnologia nella vita degli utenti. La reazione del pubblico presente all’I/O è stata di grande sorpresa: si tratta a tutti gli effetti di un software in grado di “ingannare” l’essere umano, facendogli intendere di parlare con un suo simile, mentre la conversazione avviene con un’entità virtuale gestita da calcoli e algoritmi. Insomma, non ci troviamo di fronte alla solita voce metallica e robotica dei call center che ci invitano ad attendere l’intervento di un operatore.
Stando a quanto dichiarato da bigG, Duplex tornerà utile soprattutto alle piccole attività commerciali che durante la giornata lavorativa trascorrono parecchio tempo rispondendo alle chiamate dei clienti, fornendo sempre le medesime risposte. Un nobile intento, un’applicazione utile e concreta dell’IA, ma perché non rendere chiaro e palese che l’interazione avviene con un software? Perché quel “Mm-hmm” che simula un comportamento tipicamente umano? Ovviamente nessun dolo può derivare da una chiamata in cui si prenota un appuntamento dal parrucchiere, ma non possiamo non immaginarne impieghi differenti e meno innocui.
Senza scomodare scenari apocalittici o minacciose cybercreature antropomorfe che fanno il verso alla letteratura sci-fi, i potenziali rischi legati a uno sviluppo incontrollato dell’intelligenza artificiale sono forse da ricercare molto più vicino a noi, in quegli ambiti d’applicazione che entrano in modo quasi silente nel nostro quotidiano. Con questo non si vuol attribuire a una tecnologia come Duplex un valore negativo, anzi, ma stimolare a una riflessione su come e cosa stia cambiando la nostra percezione del mondo che ci circonda e il nostro modo di comunicare.