A sette anni dall’inizio di una battaglia sui brevetti a livello mondiale e dopo cinque giorni di discussioni in tribunale, una giuria degli Stati Uniti ha stabilito che Samsung dovrà pagare 539 milioni di dollari ad Apple per aver violato alcune sue proprietà intellettuali, utilizzandole indebitamente per la vendita di diversi dispositivi Android nel 2010 e nel 2011.
La sentenza porta alla fase conclusiva di una faida tra i due giganti tecnologici durata anni. I giudici federali della Corte di San Jose (California) avevano già stabilito che l’azienda sudcoreana violasse tre brevetti di progettazione della compagnia rivale e due relativi al software; Apple aveva richiesto un risarcimento di circa 1 miliardo di dollari mentre Samsung aveva sostenuto di dover pagare solo 28 milioni di dollari. Una volta accertato che la violazione fosse intenzionale, la giuria aveva deciso che i danni fossero pari a 1,05 miliardi di dollari ma dopo un nuovo processo avvenuto nel 2013 e altri ricorsi presentati dal gigante sudcoreano, la somma è stata ridotta.
In precedenza, Samsung aveva infatti ricompensato Apple per 399 milioni di dollari e qualora il verdetto appena emesso venisse confermato in appello, significa che il produttore di smartphone Android dovrà effettuare un esborso economico aggiuntivo pari a circa 140 milioni di dollari, raggiungendo pertanto la cifra totale di 539 milioni di dollari. In una dichiarazione appena fornita, la società guidata da Tim Cook ha detto di essere lieta che i membri della giuria «concordino sul fatto che Samsung dovrebbe pagare per aver copiato i nostri prodotti. Crediamo profondamente nel valore del design. Questo caso è sempre andato oltre al semplice denaro. Apple ha innescato la rivoluzione degli smartphone con l’iPhone ed è un dato di fatto che Samsung abbia copiato in modo sfacciato il nostro design. È importante continuare a proteggere il duro lavoro e l’innovazione di così tante persone in Apple».
Samsung invece non ha immediatamente precisato se intenda ricorrere in appello ma ha affermato di voler prendere in considerazione tutte le opzioni per contestare il verdetto. «Prenderemo in considerazione tutte le opzioni per ottenere un risultato che non ostacoli la creatività e la concorrenza leale per tutte le aziende e i consumatori», ha esplicato la compagnia in una nota.
Il caso tra Apple e Samsung ha sollevato una importante domanda: se le violazioni riguardassero l’intero telefono o semplicemente le caratteristiche dei device che hanno utilizzato indebitamente le proprietà intellettuali della mela, e di conseguenza il calcolo dell’importo del risarcimento. Quindi: Samsung avrebbe dovuto pagare i danni in base alle vendite dei suoi smartphone o solo in base alle componenti che hanno violato i brevetti del produttore di iPhone? Il verdetto sembra tuttavia essere un compromesso tra le richieste delle due società tecnologiche e non offre molta chiarezza sulla questione, come sottolineato da Sarah Burstein, professoressa di diritto dei brevetti presso l’Università dell’Oklahoma.