I SimBox di Iliad sono finiti sul tavolo del Ministro degli Interni Salvini. Nel giorno del lancio del nuovo operatore francese, una delle novità più interessanti che furono annunciate fu la disponibilità di distributori automatici di SIM, i SimBox, che permettono alle persone di acquistare nuove SIM senza dover fare lunghe code nei punti vendita dell’operatore. Una soluzione innovativa e molto pratica. Tuttavia, secondo qualcuno, i SimBox presenterebbero alcuni importanti problemi di sicurezza.
Nello specifico, chiunque sarebbe in grado di acquistare una SIM, anche utilizzando un’identità falsa. Secondo Il Sole 24 Ore che ha riportato la notizia, almeno una persona sarebbe riuscita ad “ingannare” i SimBox di Iliad acquistando una SIM con le credenziali di una donna e pagando con una carta di credito con un’intestazione differente. I sistemi di sicurezza di Iliad avrebbero impiegato ben 10 ore ad accorgersi del problema, arrivando a bloccare la SIM con ampio ritardo. Un periodo di tempo eccessivamente lungo che avrebbe permesso ad una persona di poter agire indisturbata in maniera illegittima. Proprio per questo, TIM avrebbe chiesto un’istanza di parere al Ministro degli Interni Salvini. TIM, in poche parole, avrebbe deciso di chiedere al Ministro se Iliad si sta comportando correttamente.
Secondo TIM, infatti, la procedure di assegnazione della SIM andrebbe contro la Legge Pisanu del 2005 contro il terrorismo internazionale che prevede, tra le altre cose, che sia obbligatoria l’identificazione del titolare della SIM attraverso il documento di identità e la conservazione dei suoi dati sul traffico generato. Il vero nodo della questione è che il riconoscimento delle persone tramite i SIMBox è asincrono. Se nei negozi le persone vengono subito identificate quando acquistano una SIM, attraverso i distributori automatici di Iliad, eventuali problemi vengono alla luce solamente dopo l’acquisto.
Nessun operatore umano, infatti, verifica in tempo reale l’accuratezza delle informazioni che le persone inseriscono all’interno dei SimBox. Per acquistare una SIM, infatti, basta scannerizzare il documento di identità attraverso il distributore e registrare un videomessaggio in cui si da il consenso all’acquisto che vale come una sorta di firma del contratto. Il tutto, però, senza che i dati siano effettivamente verificati in tempo reale.
Anche Vodafone avrebbe delle perplessità sull’operato di Iliad anche se pare che al momento non intenda porre in essere nessuna iniziativa ufficiale.
La palla passa adesso al Ministro Salvini che dovrà risolvere questa situazione per capire se i SimBox potranno continuare a funzionare o se Iliad dovrà in qualche modo rivedere la procedura di funzionamento di questi distributori automatici.
Iliad ha prontamente replicato all’accusa attraverso il seguente comunicato:
Le Simbox iliad contemplano un processo di verifica tale da garantire il controllo efficace e completo dell’identità di ogni acquirente a cui viene rilasciata una SIM.
La fase di sottoscrizione dell’offerta e di richiesta della SIM iliad, prevede la raccolta di dati personali, documenti validi e la registrazione di un video dinamico per ogni singolo utente, che risultano pedissequamente verificati dagli operatori del Servizio Utenti iliad tramite un applicativo interno. Nei casi in cui i dati risultino errati, parziali o invalidi, nei casi in cui il documento di identità non risulti valido, sia danneggiato o di dubbia validità, quando inoltre, il video registrato pone dubbi sul riconoscimento di una persona, si procede al rigetto della richiesta.
L’attivazione della SIM viene effettuala da iliad solo in caso di conferma da parte dell’operatore del Servizio Utenti e successivamente a tale conferma. Questo processo è stato ideato e implementato per garantire la conformità con la normativa applicabile e la tutela della sicurezza delle comunicazioni elettroniche, e assicura un livello di controllo sulle identità degli utenti particolarmente elevato anche in considerazione della digitalizzazione della procedura.
L’ingresso nel mercato di iliad ha destato molto interesse. L’innovazione dei processi proposti piuttosto che destare continue contestazioni, dovrebbero essere benvenuti per la spinta innovativa di cui l’intero Paese e gli utenti potranno giovare.