Nuovi problemi per Iliad, l’operatore che da poche settimane è sbarcato ufficialmente in Italia. Dopo le accuse di TIM sul funzionamento delle SimBox, ecco arrivare addirittura un esposto ad AGCOM, AGCM e Garante privacy presentato dall’Associazione europea dei consumatori indipendenti. Per l’accusa, il nuovo operatore sarebbe colpevole di pratiche commerciali scorrette, clausole vessatorie e mancato rispetto delle normative sulle tlc, sulla tutela dei dati personali e sulla sicurezza nazionale. Accuse molto pesanti a cui AGCOM, AGCM e Garante privacy dovranno rispondere.
Per l’Associazione europea dei consumatori indipendenti, il claim della nuova offerta di Iliad, “per sempre“, trarrebbe in inganno i consumatori. Secondo, infatti, il contratto dell’operatore, Iliad si riserva il diritto di modificare le condizioni nonostante la sua offerta faccia intendere che questa eventualità non possa mai accadere. Le modifiche sono effettivamente escluse in caso di “offerte non modificabili dedicate“, ma l’Associazione europea dei consumatori indipendenti evidenzia che non ci siano strumenti per capire quali siano le offerte non modificabili. Per l’accusa, dunque, questa norma risulterebbe poco trasparente.
Inoltre, il contratto stabilisce che Ilaid possa interrompere la fornitura del servizio qualora rilevasse “un livello anomalo o sproporzionato di traffico in relazione alle abitudini, alle caratteristiche o alla natura dell’utente“. Secondo l’Associazione europea dei consumatori indipendenti non ci sarebbero, però, elementi certi per capire quali siano questi limiti.
Per l’accusa, dunque, Iliad presenterebbe dei limiti anche nella comunicazione per quanto riguarda sia l’attivazione dei servizi, sia il traffico extra soglia. Il cliente sarebbe, infatti, tenuto a pensare che il costo dell’offerta sia di 5,99 euro quando è necessario, invece, aggiungere 9,99 euro per l’acquisto della SIM. Inoltre, secondo l’Associazione, Iliad forzerebbe all’utilizzo della carta di credito, non concedendo la giusta visibilità alle altre alternative.
L’accusa punto poi il dito sulla scarsa trasparenza delle tariffe di roaming e sul fatto che terminati i 30GB dell’offerta, i clienti debbano pagare 9 euro a GB. Secondo l’Associazione, l’offerta di Iliad andrebbe contro il regolamento dell’AGCOM che impone lo stop alla connettività dati in caso di esaurimento del traffico per evitare esborsi extra al cliente.
L’Associazione punta anche il dito sul sito di Iliad in quanto mancante della Partita IVA e di strumenti per agevolare la navigazione per non vedenti e non udenti.
Infine, per l’accusa le modalità di attivazione non sarebbero conformi alla normativa sulla protezione dei dati personali e alle regole in materia di sicurezza nazionale e le SIMBox non rispetterebbero la GDPR.
Alla luce di queste criticità rilevate, l’Associazione europea dei consumatori indipendenti chiede l’apertura di un’istruttoria contro Iliad.