Microsoft chiede regole più certe sull’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale. Tutti gli strumenti possono essere utilizzati bene o male. Più potente è lo strumento, maggiore è il beneficio o il danno che può causare. Gli ultimi mesi hanno messo in rilievo questo aspetto quando si parla di riconoscimento facciale, la capacità di un computer di riconoscere i volti delle persone da una foto o attraverso una fotocamera.
La tecnologia di riconoscimento facciale solleva questioni che vanno al cuore delle protezioni fondamentali dei diritti umani come la privacy e la libertà di espressione. Questi problemi aumentano la responsabilità delle aziende tecnologiche che creano questi prodotti. Secondo Microsoft, questa tecnologia richiede anche una regolamentazione ponderata da parte dei governi e lo sviluppo di norme adeguate. Per la casa di Redmond, dunque, questa tecnologia può portare a molti benefici. Si pensi, per esempio, alla possibilità di individuare un bambino scomparso semplicemente riconoscendolo tra mille persone che camminano per strada. Oppure, si pensi anche alla possibilità di individuare un terrorista mentre si accinge ad entrare in un luogo pubblico.
Trattasi di importanti benefici ma questa tecnologia ha anche un rovescio della medaglia. Il riconoscimento facciale, infatti, può essere utilizzato per “limitare la libertà” con i governi che seguono le persone per strada o che “schedano” le persone che partecipano ad una manifestazione politica.
Le aziende private, invece, potrebbero utilizzare la tecnologia del riconoscimento facciale per carpire le informazioni sulle abitudini dei consumatori senza il loro consenso.
Il riconoscimento facciale, per quanto oggi ancora molto impreciso, potenzialmente può portare a molti benefici ma, se utilizzato male, può essere estremamente dannoso.
Proprio per questo, Microsoft lancia un appello sia ai governi che alle aziende private per lavorare insieme e creare un regolamento certo che possa disciplinare l’utilizzo di questa tecnologia.