L’Unione Europea l’ha spuntata sul colosso di Mountain View e così dal 29 ottobre gli smartphone e i tablet Android venduti nel Vecchio Continente potrebbero non avere Chrome e Google Search preinstallati, e nemmeno le altre app dell’ecosistema Google.
Dopo la multa di 4,34 miliardi di euro ricevuta lo scorso luglio dalla Commissione europea per per abuso di posizione dominante con il sistema operativo Android, ora Google fa sapere di voler aggiustare il tiro, e lo fa con una soluzione su più livelli.
Prima della multa, Google permetteva ai produttori di sfruttare Android in maniera del tutto gratuita a patto che questi preinstallassero tutte le sue applicazioni (il kit intero è composto da 11 app), impostando Chrome e Google Search come browser predefiniti per le ricerche web.
Nonostante il ricorso di settimana scorsa, Google ha deciso di adeguarsi ai paletti comunitari e, a partire dal 29 ottobre, le cose cambieranno significativamente (anche in Italia). Android continuerà ad essere fornito gratuitamente ma Google permetterà ai produttori di smartphone e tablet di preinstallare anche alternative a Chrome e Google Search sviluppate dalla concorrenza. Ovviamente i browser di Google potranno ancora essere preinstallati, e saranno resi disponibili in maniera del tutto gratuita.
Diverso il discorso per le altre applicazioni dell’ecosistema Google. Se i produttori vorranno sui loro device app come Maps, Gmail, YouTube e offrire un accesso al Play Store, questi dovranno pagare al colosso di Mountain View una determinata cifra in denaro per la licenza, che ancora non è stata dettagliata in termini economici. In questo caso, come ipotizzano molti addetti ai lavori, i produttori potrebbero alzare il prezzo dei dispositivi.
Si potrebbe dunque aprire un’era degli smartphone Android che potremmo definire “ibridi” dal punto di vista del software, con il sistema operativo del robottino verde come base, ma privi di tutto il resto dell’ecosistema Google e di Play Store. Probabilmente le realtà più importanti del settore come Samsung continueranno a vendere i loro prodotti mantenendo le condizioni attuali in termini di app Google, ma altre realtà minori o emergenti potrebbero adottare nuove soluzioni.
Ancora non è chiaro se questa mossa di Google sarà sufficiente per soddisfare l’adeguamento alle norme europee richiesto dalla Commissione europea.