Durante l’evento di presentazione dei Mate 20 e Mate 20 Pro, Huawei ha svelato il Watch GT, primo smartwatch della compagnia privo di Wear OS e potenziato da un software proprietario, nominato Lite OS.
Il motivo principale dell’abbandono alla piattaforma wearable di Google è duplice. Da un lato, il poter fare a meno di sostenere i costi di licenza dovuti a Big G, un’evidenza non divulgata dalla compagnia cinese ma alquanto ovvia; dall’altro l’opportunità di lavorare meglio al sistema operativo, partendo dalle linee di codice alla base dello sviluppo e non solo da un layer successivo, fornito da Google a tutti i brand partner, che lavorano a prodotti con le varie versioni del robottino verde.
Stando a Huawei, adottare Lite OS le ha permesso di portare l’autonomia del Watch GT sino a 30 giorni con una ricarica completa, a certe condizioni. Per giungere a tale risulato, gli utenti dovranno rendere il loro smartwatch un po’ meno intelligente, spegnendo gran parte dei sensori di cui è dotato: tra tutti le reti e il GPS.
In questo modo si avrà al polso un orologio normalissimo, con un mese di autonomia. Al contrario, con notifiche e tool di rilevazione accesi, la durata della batteria scende a 22 ore, forse anche sotto la media di altri aggeggi simili, Galaxy Watch in primis. Esiste una via di mezzo: quella degli utilizzatori a cui serve uno strumento sicuramente smart ma che non monitori tutte le attività in essere; a quel punto si arriva ad ottenere un ciclo di vita con singola ricarica di un paio di settimane, niente male.
Huawei Watch GT ha uno schermo circolare Amoled da 1,39 pollici e risoluzione da 454×454 pixel, con uno spessore di 10,6 mm e cassa in acciaio inossidabile e ceramica. È resistente all’acqua fino a 5 atmosfere ed è compatibile con Android e iOS, grazie all’app specifica da scaricare sui rispettivi store. Il prezzo? A partire da 199 euro.