Apple ha rilasciato ieri l’aggiornamento a iOS 12.1.2, pensato non solo per risolvere alcuni bug relativi alle eSIM, nei Paesi dove il servizio e supportato, ma anche e soprattutto per superare il blocco alla vendita dei suoi device in Cina. La mossa, tuttavia, non è risultata gradita a Qualcomm, società che ha deciso di passare al contrattacco.
La vicenda è ormai ben nota: a inizio dicembre, Qualcomm ha ottenuto il blocco alla vendita in Cina degli smartphone Apple compresi tra iPhone 6S e iPhone X, per la presunta violazione di alcuni brevetti appartenenti al chipmaker. Il gruppo di Cupertino, tuttavia, ha deciso di mantenere i dispositivi nei negozi, perché la contestazione riguarderebbe funzioni dei sistemi operativi antecedenti a iOS 12.
Nella giornata di ieri, con la pubblicazione di iOS 12.1.2, Apple ha compiuto un ulteriore passo in questa direzione, rimuovendo qualsiasi riferimento indiretto a tecnologie appartenenti a Qualcomm, affinché i device non rientrino nell’ingiunzione di blocco. Secondo il rivale, tuttavia, la misura non sarebbe lecita: la mela morsicata continuerebbe a violare il volere delle corti anche dopo l’upgrade. Così ha spiegato Don Rosenberg, consigliere generale di Qualcomm, a Reuters:
Nonostante gli sforzi di Apple di minimizzare l’impatto dell’ingiunzione e le sue dichiarazioni in merito a diversi modi per superare l’infrazione, Apple continua a disprezzare il sistema legale violandone le ingiunzioni.
Apple non ha voluto commentare le dichiarazioni di Qualcomm, tuttavia Reuters riporta come la società si dica convinta di aver superato le prescrizioni dell’ingiunzione, poiché i suoi software sarebbero da tempo privi di qualsiasi riferimento ai brevetti contestati. Nel frattempo, qualche giorno fa è emersa l’intenzione del chipmaker di ottenere un blocco analogo anche per i modelli di smartphone più recenti del gruppo, quindi iPhone XS, iPhone XS Max e iPhone XR.