AGCM, Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, ha messo nel mirino il noto sito Booking.com. L’Antitrust, all’interno del bollettino 48-18, evidenzia di aver aperto un’istruttoria per verificare la sussistenza di pratiche commerciali scorrette e la violazione dei diritti dei consumatori nei contratti. L’istruttoria è stata aperta a seguito di innumerevoli segnalazioni da parte degli utenti. Più nello specifico, la nota agenzia di viaggi online, secondo le informazioni acquisite d’ufficio ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo e le segnalazioni di numerosi consumatori giunte a partire dal febbraio 2017, avrebbe fornito informazioni incomplete e fuorvianti in merito ad alcuni servizi forniti.
Secondo quanto riporta l’AGCM, le mancanze riguarderebbero ambiti come i prezzi, i risultati del motore di ricerca, gli sconti praticati, l’uso della carta di credito e molto altro. In particolare, all’interno del bollettino dell’Antitrust in cui è formalizzato l’avviso dell’istruttoria si può leggere quanto segue.
Secondo informazioni acquisite d’ufficio ai fini dell’applicazione del Codice del Consumo e le segnalazioni di numerosi consumatori giunte a partire dal febbraio 2017, Booking, nell’ambito dell’attività di offerta di alloggi sulla propria piattaforma di prenotazione, avrebbe fornito informazioni incomplete e fuorvianti in merito:
– al prezzo degli alloggi, indicando nei risultati di ricerca un “prezzo” che non comprende tutte le voci di costo inevitabili e ragionevolmente calcolabili ex-ante; in conseguenza di ciò, l’ordinamento dei risultati sulla base di tale “prezzo” non riflette l’effettiva convenienza relativa degli alloggi mostrati;
– ai criteri e alle modalità di ordinamento dei risultati di ricerca, che non sono chiaramente spiegate, con particolare riferimento al peso che le commissioni pagate a Booking dalle strutture ricettive hanno sul posizionamento delle strutture stesse nell’ordinamento di default dei risultati di ricerca (denominato “le nostre scelte top” sul sito) e negli altri ordinamenti selezionabili dal consumatore;
– alla presentazione come “sconti” delle differenze usualmente esistenti nei prezzi praticati dalla struttura ricettiva in diversi periodi dell’anno;
– all’effettiva scarsità di alloggi in una certa località per certe date, fornendo indicazioni generiche sulla domanda per gli alloggi in una certa struttura, non correlate con le date e la tipologia di camera indicate dal consumatore;
– alla procedura di pre-autorizzazione delle carte di credito date in garanzia per le prenotazioni senza pagamento immediato, in particolare riguardo al fatto che essa comporta un costo implicito legato all’indisponibilità di parte del plafond della carta di credito per un periodo non specificato e il rischio che la prenotazione decada se la carta non è valida o ha fondi insufficienti.
In aggiunta a tutto questo, l’AGCM evidenzia come i professionisti appartenenti al gruppo Booking.com avrebbero ostacolato l’esercizio dei diritti contrattuali dei consumatori in presenza di overbooking e di reclami riguardanti la mancata corrispondenza tra le caratteristiche della struttura ricettiva e i servizi pubblicizzati, da un lato, e le effettive condizioni e servizi riscontrati al momento del soggiorno, dall’altro lato.
La palla passa adesso a Booking.com che dovrà spiegare all’AGCM le sue motivazioni. Nei prossimi mesi arriverà il risultato dell’istruttoria che potrebbe comminare a Booking.com anche multe pesanti.
I guai per l’agenzia di viaggi online non sono, però, finiti qui. La Procura di Genova, infatti, ha avviato un’indagine su Booking.com per l’ipotesi di omesso versamento dell’IVA sulle prenotazioni di camere o appartamenti di privati.