Il 5G non è più una promessa ma una realtà pronta a fare il suo ingresso nelle nostre vite. E nelle nostre tasche. Richard Yu, CEO Consumer Business Group di Huawei, svela i piani della casa pre-annuciando alla stampa internazionale il primo smartphone in grado di supportare le reti di quinta generazione. Per il momento non ci sono foto teaser né nomi in codice, si sa solo che verrà presentato domenica 24 febbraio a Barcellona in occasione del Mobile World Congress 2019 e che avrà un display pieghevole.
L’obiettivo è chiaramente quello di giocare d’anticipo sulla concorrenza e in particolare su Samsung (pronta anch’essa al lancio del suo primo telefonino pieghevole, il Samsung Galaxy S10), mostrando tutta la potenza di fuoco dei suoi laboratori di ricerca e sviluppo, al quinto posto assoluto per mole di investimenti. Sotto questo profilo, ci tiene a sottolineare Yu con orgoglio, Huawei è l’unica azienda in grado di coprire tutti i fronti delle tecnologie per la connettività: dispositivi smart, reti di nuova generazione e intelligenza artificiale sui sistemi cloud.
Il primo smartphone pieghevole di Huawei, va detto, non sarà l’erede dell’attuale P20 (per quello bisognerà attendere la primavera e non è detto – anzi è improbabile – che verrà equipaggiato con un sistema di connessione 5G), ma un dispositivo intermedio costruito sulla base di una versione aggiornata dell’attuale chipset di fascia alta (il Kirin 980) irrobustita dal nuovo modem Balong 5000.
Rivoluzionario o meno, questo telefono detterà il passo di tutte le prossime evoluzioni della società di Shenzhen in materia di smartphone: “Il 5G è un processo in continuo divenire e il suo sviluppo dipenderà dalla capacità degli operatori di implementare la tecnologia sulle proprie reti”, ha spiegato Yu. “Quel che posso dire fin d’ora è che dall’anno prossimo tutti i nostri flagship saranno dotati di connessione 5G”.
Cosa ci guadagneranno gli utenti da questa innovazione è presto detto: da un lato ci sarà un incremento esponenziale delle velocità di connessione (si arriverà a 4.6 Gbps in download teorici e 2.5 in upload), dall’altro una migliore ricezione e soprattutto una minore latenza. Il tempo che intercorre fra il momento in cui il segnale arriva al telefono e quello in cui è realmente disponibile sarà insomma ridotto al millisecondo.
E questo abiliterà tutta una serie di applicazioni fino ad ora impensabili per qualsiasi dispositivo connesso. Ad esempio, la possibilità di far girare giochi e servizi basati su potenti elaborazioni su cloud. “Con i nostri dispositivi 5G dotati di intelligenza artificiale potremmo effettuare traduzioni multilingua in tempo reale”, ha esemplificato Richard Yu. “Significa che potremo parlare nella nostra lingua e trasmetterne una traduzione simultanea a un destinatario che ci ascolta dall’altra parte del mondo”.
La speranza di Huawei è che questa evoluzione possa dare ulteriore spinta alle vendite dei suoi telefonini, nonostante il bando dagli Stati Uniti. Secondo i dati GFK di novembre, la casa cinese detiene attualmente il 14,6% del mercato degli smartphone mondiali (al secondo posto dietro Samsung) e il 12% di quello dei prodotti con un cartellino superiore ai 600 dollari.