Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha presentato una serie di accuse penali contro il gigante cinese delle telecomunicazioni Huawei e il suo chief financial officer, Meng Wanzhou. Tali nuove accuse includono la frode bancaria, l’ostruzione alle attività della giustizia internazionale e il furto di proprietà intellettuali tecnologiche.
Il colpo di scena si inserisce all’interno del già tanto chiacchierato caso che mette da un lato il governo di Washington e dall’altro Huawei, rea di aver perpetrato, e di portare ancora avanti, strategie a favore delle operazioni di monitoraggio e spionaggio di Pechino. Ancora una volta, gli USA tirano in ballo il CFO del gruppo, figlia dell’attuale capo di Huawei, già fermata mesi fa e attualmente sotto libertà condizionata, in attesa di un processo che dovrebbe svolgersi a marzo. Huawei e Meng Wanzhou hanno rigettato le accuse, chiedendo al Dipartimento un immediato rilascio della donna e manager. Meng è stata arrestata in Canada il mese scorso su richiesta degli Stati Uniti per presunta elusione di sanzioni contro l’Iran.
Per anni le aziende cinesi hanno infranto le nostre leggi sull’esportazione e indebolito le sanzioni, spesso utilizzando i sistemi finanziari statunitensi per facilitare le loro attività illegali. Questo finirà – aveva dichiarato il segretario al Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross.
In una comunicazione ufficiale, Huawei ha affermato di non aver mai commesso alcuna delle violazioni asserite e di non essere a conoscenza di illeciti da parte della signora Meng. Ha ribadito inoltre che le accuse erano già oggetto di una causa civile, in cui una giuria non ha riscontrato né danni né alcuna condotta intenzionale e malevola sul credito commerciale statunitense.
Quello che oggi sostengono gli Stati Uniti è che Huawei abbia ingannato una banca globale sulla relazione con due sussidiarie, Huawei Device USA e Skycom Tech, per condurre affari con l’Iran. L’amministrazione Trump ha ripristinato tutte le sanzioni rimosse in seguito ad un accordo nucleare del 2015 e di recente ha imposto anche misure più severe, colpendo le esportazioni di petrolio, i trasporti e le finanze. Una seconda mozione, diffusa dal Dipartimento di giustizia, afferma che Huawei ha rubato la tecnologia di T-Mobile per testare la durata dei suoi smartphone, oltre ad ostacolare la giustizia e commettere vari tipi di frodi telematiche.
Queste ulteriori pratiche mettono a nudo lo sfacciato disprezzo di Huawei per le leggi del nostro paese e le regole commerciali globali” – ha sentenziato il direttore dell’FBI Christopher Wray, sostenendo che società come Huawei pongono una pesante minaccia alla sicurezza sia economica che nazionale.