Open Fiber apre a TIM per quanto concerne eventuali co-investimenti sulla fibra ottica. Elisabetta Ripa, amministratore delegato di Open Fiber, durante l’odierna audizione in commissione Trasporti presso la Camera dei deputati, ha fatto il punto della situazione sullo stato di avanzamento dei lavori del progetto di digitalizzazione dell’Italia della sua società. L’AD di Open Fiber ha evidenziato che la sua società è riuscita a recuperare i ritardi accumulati negli anni 2017 e 2018 causati dalle lentezze burocratiche e dai ricorsi presentati dagli altri operatori.
Recuperato il ritardo accumulato negli anni scorsi, Open Fiber procederà, adesso, seguendo il suo piano industriale originale che prevede di portare la fibra ottica sin dentro le case degli italiani attraverso la tecnologia FTTH per offrire connettività sino a 1 Gbps. Nel 2019 si dovrebbero aprire 2.000 cantieri che si sommeranno ai 1.000 già in corso. In tal senso, Elisabetta Ripa ritiene che sia auspicabile che Open Fiber e TIM possano collaborare soprattutto se l’obiettivo è evitare la duplicazione degli investimenti ed accelerare il processo di digitalizzazione dell’Italia. Tuttavia, al momento il rischio di duplicazione è solo teorico visto che solo Open Fiber sta investendo per portare la fibra ottica in tutta Italia.
Solo nelle aree metropolitane ci sarebbe competizione ma quelo che succederà dipenderà tutto da TIM visto che Open Fiber si dice pronto ad eventuali collaborazioni.
Il primo pensiero di Open Fiber in questo momento, comunque, è quello di rendere più snella la burocrazia per ottenere l’autorizzazione degli scavi grazie all’apporto del Dl Semplificazioni. Elisabetta Ripa, infatti, evidenzia che per portare a termine il piano di Open Fiber siano necessarie oltre 100 mila autorizzazioni. Solo per la città di Roma, per esempio, ne servono ben 25 mila.
Nonostante gli iter si siano semplificati, serve la collaborazione di tutti gli enti e degli operatori infrastrutturali per accelerare ulteriormente l’approvazione dei permessi.