Google ha presentato ufficialmente una nuova forma di crittografia, progettata per assicurare i dati archiviati su smartphone di fascia bassa e altri dispositivi con una potenza di elaborazione insufficiente. Il suo nome è Adiantum.
Non tutti sanno che, in ambito Android, la maggior parte degli smartphone e tablet ospitano una crittografia di archiviazione abilitata come funzionalità predefinita, richiesta dai produttori e resa disponibile a partire da Android 6. Tuttavia, questa non viene ponderata nel caso di prodotti con capacità di elaborazione minore, seppur appena usciti sul mercato. E siccome la fascia medio-bassa è quella che traina ancora il settore in tanti paesi, soprattutto quelli emergenti, Adiantum è il progetto che permetterà anche ai dispositivi minori di essere più sicuri.
Parliamo, ad esempio, di Android Go, che gira benissimo su hardware con 1 GB di RAM o meno e dove la crittografia di archiviazione è disattivata per migliorare le prestazioni. Il processore ARM Cortex-A7, utilizzato da alcuni di questi telefoni nemmeno offre un minimo supporto hardware per Advanced Encryption Standard (AES), di norma la base di ogni prodotto con a bordo Android. Ed è qui che entra in gioco Adiantum. Il protocollo, che mira a diventare standard, porterà la crittografia degli archivi di default praticamente ovunque, sia sui modelli più esigui di Android che altrove, dai computer Linux agli smartwatch e dispositivi medici smart.
Adiantum ha già fatto il suo ingresso ufficioso nel mondo della programmazione alcuni mesi fa, come progetto open source, tanto da essere disponibile su GitHub, ma solo oggi Google lo ha annunciato pubblicamente.
La nostra speranza è che Adiantum possa democratizzare la crittografia per tutti i dispositivi – ha detto Eugene Liderman, direttore della divisione Mobile Security Strategy del team Android Security & Privacy – da oggi non ci saranno più scuse per compromettere la sicurezza a vantaggio delle prestazioni del dispositivo. Tutti dovrebbero avere un livello di privacy e sicurezza elevato, indipendentemente dal prezzo del telefono”.