Parlamento, Consiglio e Commissione Europea hanno trovato un accordo sulla tanto discussa e contestata riforma del Copyright. L’accordo, però, sta già facendo discutere in quanto l’impianto dei tanto osteggiati articoli 11 e 13 non è stato cambiato, nonostante un grande lavoro di mediazione portato avanti da alcune forze politiche. Gli articoli 11 e 13 che secondo alcuni rischiano di creare più danni che benefici sono anche noti come “link tax” e “upload filter“.
Articolo 11, link tax
Questo articolo prevede che piattaforme come Google News dovranno pagare i publisher per poter pubblicare frammenti delle notizie da loro pubblicate. Tra gli avversi a questa norma c’era pure Google che aveva più volte evidenziato l’insostenibilità economica della direttiva tanto da arrivare a minacciare di chiudere Google News in Europa.
Per enfatizzare ancora di più la protesta, Big G aveva mostrato una SERP dei risultati di Google News completamente vuota per evidenziare gli effetti disastrosi che avrebbe comportato l’approvazione dell’articolo 11 della riforma europea del Copyright. Tuttavia, l’accordo raggiunto in sede europea prevede di lasciare più spazio agli Stati membri che potranno prevedere delle eccezioni che potrebbero danneggiare giornalisti, editori e autori.
Articolo 13, upload filter
L’articolo 13, invece, sottolinea che le piattaforme come YouTube o Facebook dovranno controllare i contenuti caricati dagli utenti, filtrando e rimuovendo automaticamente quelli che andranno ad infrangere il Copyright. Oltre ad essere difficile tecnicamente da realizzare, secondo qualcuno questo filtro potrebbe essere visto come una sorta di controllo su Internet in chiara violazione della libertà della rete. L’accordo raggiunto sulla riforma, comunque, prevede che le piattaforme con meno di 5 milioni di visitatori unici al mese siano esentate da questi obblighi.
Sebbene sia stata raggiunto un accordo, la riforma del Copyright non è ancora stata approvata. Il testo sarà sottoposto al Parlamento Europeo per il voto finale tra marzo ed aprile. Il tempo per modificare il testo ci sarebbe ancora. Inoltre, a maggio si terranno nuove elezioni Europee che potrebbero cambiare l’orientamento politico dell’Unione Europea. Qualcuno spera che le trattative allunghino così tanto i tempi di approvazione da portare la questione all’attenzione del futuro nuovo Parlamento Europeo che, però, potrebbe pensarla in maniera completamente differente.