Scovata una nuova luna nel nostro Sistema Solare. Come riporta la rivista scientifica Nature, l’autore della scoperta celeste è Mark Showalter, astronomo del Seti Institute di Mountain View, in California, quello che si dice un vero e proprio “cacciatore di corpi celesti”.
In realtà la scoperta non è proprio di oggi. Sì, perché si tratta di un satellite naturale che lo stesso Showalter aveva già individuato nel 2013, chiamandolo S/2004 N1. Quello che è cambiato, oggi, è che sono state rivelate delle caratteristiche morfologiche diverse rispetto al primo avvistamento, che hanno spinto gli scienziati a cambiare anche il nome al corpo celeste: Ippocampo, la quattordicesima luna di Nettuno.
Come riporta il notiziario online dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, Ippocampo è la settimana luna interna rispetto all’orbita di Tritone (il più grande satellite di Nettuno), la più importante dell’intero Sistema solare.
Questo “nuovo” satellite di Nettuno ha un diametro medio di 34 km – quindi è il più piccolo tra tutti i satelliti di Nettuno -,un semiasse maggiore di circa 105mila km e un periodo orbitale di poco meno di 24 ore. La scoperta di Ippocampo è arrivata dopo una intensa ricerca all’interno dei dati di Hubble, un telescopio spaziale che venne lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990 e ancora operativo.
È un risultato molto importante – ha spiegato all’Ansa Maurizio Pajola, dell’Osservatorio di Padova dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf)- se si considera la difficoltà di scoprire oggetti così piccoli a una distanza così grande come quella di Nettuno dal Sole, pari a circa 30 volte la distanza tra la Terra e la nostra stella.
Per quanto riguarda la genesi, sembra che Ippocampo sia più giovane di Nettuno e che si sia formata dai detriti della vicina luna Proteus che si sono creati quando quest’ultima si è scontrata contro una cometa.