NASA, Curiosity entra in Safe Mode senza motivo

Il rover Curiosity è entrato in Safe Mode senza alcun apparente motivo (per poi riprendere a funzionare) e la NASA sta cercando di trovare una risposta.
NASA, Curiosity entra in Safe Mode senza motivo
Il rover Curiosity è entrato in Safe Mode senza alcun apparente motivo (per poi riprendere a funzionare) e la NASA sta cercando di trovare una risposta.

Il 15 febbraio, il rover Curiosity della NASA è entrato inaspettatamente in una Safe Mode (“modalità sicura”) protettiva. L’agenzia spaziale statunitense ha annunciato che adesso il veicolo autonomo funziona normalmente, sebbene gli operatori del Jet Propulsion Laboratory (JPL) a Pasadena, in California, non sappiamo ancora cosa possa essere andato storto.

Steven Lee, deputy project manager della missione Curiosity ha dichiarato:

Non siamo ancora sicuri della causa esatta e stiamo raccogliendo i dati rilevanti per l’analisi. Il rover ha subito un reset del computer ma poi ha ripreso a funzionare normalmente, il che è un buon segno. Al momento stiamo lavorando per catturare un’istantanea della memoria del computer per capire meglio cosa sia successo.

Dal 19 febbraio, il rover ha inviato e ricevuto vari batch di dati tecnici che saranno utili per le indagini del team, ma le sue operazioni scientifiche saranno temporaneamente sospese fino a quando il problema non sarà compreso. Lee spiega:

Non vogliamo distruggere alcuna prova di ciò che potrebbe aver causato il reset del computer, di conseguenza ci aspettiamo che le operazioni scientifiche siano sospese per un breve periodo di tempo.

L’apprensione non è certo poca: torna il ricordo della perdita del “fratello” di Curiosity, Opportunity, dichiarato morto dalla NASA un paio di settimane fa. Uno degli obiettivi della missione è quello di indagare se le aree all’interno del cratere Gale possano aver fornito le giuste condizioni ambientali per supportare la vita microbica. Attualmente, il rover sta esplorando una regione specifica del cratere conosciuta come “Glen Torridon”, dove l’agenzia spaziale ha individuato un’abbondanza di minerali argillosi (interessanti perché si formano nell’acqua, essenziale per lo sviluppo della vita come la conosciamo).

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