Sebbene sia stato scoperto da un banner in allestimento poco prima della fiera, Huawei Mate X ha goduto di una presentazione assolutamente spettacolare.
Nel suo non perfetto inglese, il sorriso di Richard Yu, CEO di Huawei Consumer Business Group, non lasciava spazio ad altro che ad un orgoglio personale e collettivo nei confronti del gruppo cinese. Nonostante tutti gli scontri con l’amministrazione statunitense, nonostante le poco rassicuranti voci che bisbigliano di un tentativo da parte di Huawei di “spiare l’Occidente”, nessuno ha avuto dubbi quando, dal taschino di Richard, è comparsa la nuova meraviglia tecnologica che nessuno aspettava ma che ora tutti bramano: uno smartphone pieghevole.
Ecco, la definizione cade sin dall’inizio: non è uno smartphone, perché è anche un tablet, ma non è un tablet perché prima di tutto è uno smartphone. È una nuova categoria di prodotto. Non è un 2 in 1, non c’è nessun componente che si stacca all’occorrenza.
Si può, però, piegare su se stesso. A vederlo da lontano, in mano ad uno dei manager Huawei, non sembra diverso da un P20, solo un po più grande. Sembra nero, in realtà è Blu Interstellare. Sembra uno smartphone, in realtà è anche altro.
Negli scorsi giorni, tra gli stand del Mobile World Congress di Barcellona, di esempi di smartphone pieghevoli ce ne sono stati: a parte il Galaxy Fold di Samsung, già annunciato il 20 febbraio, anche OPPO ha fatto vedere un suo prototipo. E ormai si conosce bene il primo esperimento della startup Royole, il FlexiPai.
Nonostante ciò, quando ci si riferisce al design dello smartphone pieghevole, ci si riferisce o a Samsung o a Huawei. E il design di Huawei fa da guida, nonostante non sia stato il primo.
Mate X, che è andato in mano a pochi, veramente pochi giornalisti, sembra già risolvere tutte quelle questioni che ci si era posti: sarà ingombrante? Come si comporterà la fotocamera? Sarà scomodo da usare? E le app come si utilizzeranno?
Huawei sembra rispondere già a tutte queste domande, ma con alcune risposte che probabilmente necessiteranno di ritocchi iterativi nel tempo.
Huawei Mate X è spesso 11 millimetri quando è chiuso, 5.4 millimetri quando aperto. All’incirca, rispettivamente, un iPhone 3GS e un iPad Pro di ultima generazione.
La fotocamera è il modulo più interessante e misterioso di tutti: Huawei non ha volutamente divulgato le specifiche, ma l’idea alla base è estremamente intelligente. Se con uno smartphone normale si ha un display e due fotocamere, è possibile fare due display (ma che in realtà è uno solo, piegato in due), e un solo sistema di fotocamere. Il perno non è più il display, ma la fotocamera. Il display si adatta alla fotocamera e non più viceversa. E cosi è possibile fare selfie di altissima qualità e far vedere alla persona a cui si sta scattando la foto come sta venendo, un po’ come succede con i display regolabili delle reflex.
Oggi le persone, come ha detto Richard, vogliono sempre di più dal proprio smartphone. [Per me] per esempio, che viaggio tanto, l’idea che quando sono in aereo apro e posso vedere i miei video in totale tranquillità senza dover avere un altro dispositivo è un valore aggiunto che penso che in generale [..] è un beneficio per tutti.
Isabella Lazzini, Marketing & Retail Director di Huawei CBG per l’Italia, è orgogliosa di quello che sta dicendo. Si sente fiera di far parte di un gruppo che spinge sempre oltre i limiti della tecnologia corrente.
Quando Richard Yu ha annunciato il prezzo del Mate X, un esorbitante quanto incredibile 2299€, l’intera platea è scoppiata in urla, risate pari ad un coro da stadio. Ovviamente è questo il prezzo da pagare per una tecnologia completamente nuova, e questo lo sapevano tutti in sala, durante la conferenza.
Abbiamo visto il meccanismo a cerniera proprietario. Da diversi anni Huawei sta investendo su questa tecnologia e secondo me la cosa che emerge e che vorrei [ci] si portasse a casa oggi è che Huawei è stata in grado di mettere sul mercato un prodotto di questo tipo: un azienda che ha nel suo DNA non solo la produzione di smartphone ma anche di infrastrutture di rete. Per dare un esempio, il Balong 5000, il modem 5G, è già predisposto per i nuovi protocolli che verranno adottati [dal prossimo anno] […]. Oggi Huawei è già in grado di proporre sul mercato un prodotto che è pronto per l’evoluzione della tecnologia [su cui si basa], perché facciamo in casa sia la parte di hardware degli smartphone, sia le reti. Quindi non abbiamo bisogno di aspettare che una terza parte metta a disposizione gli ambienti di testing.
Loro i test li hanno già fatti. Huawei Mate X è l’unico smartphone con modem 5G predisposto per il passaggio alle reti Stand Alone (all’attivazione del 5G, saranno disponibili sono quelle Not Stand Alone).
Mate X sarà disponibile quando arriverà il 5G, quindi non prima di giugno in Italia. Sì, è un prodotto di nicchia, per gli early adopters, ma guardarlo oggi è un assaggio di cosa riserverà il futuro della tecnologia. E non è niente male.