La riforma del copyright in Europa scatena ancora le proteste da parte di chi vuole il web “libero”. Wikipedia è la realtà che più sta sensibilizzando sul tema: alcune versioni europee sono state infatti bloccate per 24 ore per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo l’approvazione a breve della riforma. Questo per fare pressione sugli europarlamentari, che sono chiamati a votare sulla riforma il prossimo 26 marzo.
A schierarsi sono state anche grandi realtà come Twitch e PornHub. Il primo ha inserito in home page un banner, stessa cosa per il sito che ospita contenuti per adulti. Ognuno chiaramente protesta a modo suo, ma l’obiettivo è aprire una discussione sull’imminente voto al Parlamento Europeo. C’è anche Reddit, che agisce a modo suo: dal 21 al 23 marzo se si apre un thread sul sito si viene accolti con un finto messaggio di errore, per simulare il mancato possesso dei diritti di autore sul link o sul contenuti che si era intenzionati a pubblicare.
Midnight special! Not your average @edri tweet, but definitely worth mentioning. @pornhub is supporting #SaveYourInternet ! #Blackout21 #Pledge2019 pic.twitter.com/1nBlBAF1Ih
— EDRi (@edri) March 20, 2019
In realtà sulla versione italiana di Wikipedia non c’è alcun riferimento alla riforma del copyright, mentre Estonia, Danimarca, Slovacchia e nella versione tedesca si è proceduto con una comunicazione ben più aggressiva: il sito è oscurato, con un chiaro messaggio in cui si legge che questa “è la nostra ultima possibilità. Aiutateci a modernizzare il copyright in Europa“. Vengono linkate poi alcune pubblicazioni sul web che approfondiscono il tema. Anche se Wikipedia non rischia nulla dall’applicazione del controverso articolo 13, che obbliga i siti a prevenire le violazioni del copyright da parte degli utenti, si schiera comunque con la protesta.
La proposta dell’Europa però andrebbe a colpire anche i “pesci piccoli”, che non hanno la potenza di fuoco per creare un sistema di controllo delle richieste previste dal testo, per molti esagerate e troppo sbilanciate. L’hashtag di riferimento, per tutti coloro che stanno protestando, è quindi #saveyourinternet, attorno al quale si sono stretti tutti coloro che sono contrari a queste nuove norme. Non resta che attendere il 26 marzo, il giorno decisivo per questo tema alquanto divisivo.