Il Parlamento Europeo ha approvato la controversa riforma del copyright con le nuove regole sul diritto d’autore a Strasburgo. I voti sono suddivisi in questo modo: 348 sì, 274 no e 36 astenuti. A poco sono servite le proteste di alcune realtà come ad esempio Wikipedia (anche se è esclusa dalla riforma): la nuova direttiva aggiorna le regole in Europa, con nuove norme che mirano a salvaguardare la libertà di espressione, consentendo ai creatori di contenuti ed editori di trattare coi giganti del web.
Questo è stato l’ultimo passaggio legislativo, ora manca solo un passaggio formale al Consiglio dell’UE, poi diventerà effettivamente legge. L’approvazione è stata totale, compresi i discussi articoli 11 e 13, che per molti sortiscono un effetto contrario a ciò che vuole proteggere l’Ue. Da qui negli ultimi due anni si è scatenato un grande dibattito tra attivisti, gruppi editoriali ed esperti di diritto. Anche se nei due gruppi politici maggiori nel Parlamento Europeo, PPE e S&D, ci sono stati dei ribelli che hanno votato contro, il voto di maggioranza ha approvato le nuove regole.
Dopo che i negoziati sono stati diverse volte bloccati, tra l’altro anche dall’Italia, la conclusione è arrivata: gli articoli 11 e 13 sono stati approvati. Questi rispettivamente obbligano società come Google a trovare accordi commerciali con gli editori per pubblicare piccole parti di testo sui risultati di ricerca e intimano una maggiore responsabilizzazione delle grandi piattaforme online, obbligate a prevenire le violazioni del copyright da parte degli utenti (esclusi i “meme”) con degli appositi filtri e algoritmi.
Nel nuovo testo l’articolo 11 è diventato il 15, mentre il 13 è diventato l’articolo 17. Quest’ultimo quindi prevede che le piattaforme online debbano controllare ciò che caricano gli utenti, per escludere ciò che è protetto dal diritto d’autore. Il testo parla di “massimo impegno” che le aziende devono mettere in campo per rimuovere i contenuti protetti da copyright. YouTube ha già il suo content ID, uno dei sistemi automatici più avanzati ma che alle volte sbaglia, censurando contenuti innocui.
“Questo è un momento cruciale per la cultura europea, per l’economia digitale, per la difesa dei nostri valori Ue“, ha detto la Commissaria al digitale Mariya Gabriel prima della votazione. Subito dopo Antonio Tajani, presidente del parlamento Ue, ha scritto su Twitter: “Approvata la direttiva copyright. Difendiamo la creatività italiana ed europea e i posti di lavoro“.
Approvata la direttiva #copyright. Difendiamo la creatività italiana ?? ed europea ?? e i posti di lavoro. #CopyrightDirective #direttivacopyright#dirittodautore
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) March 26, 2019
Per molti internet in Europa è morto, per altri è stata fatta giustizia per chi detiene i diritti delle opere. Ora toccherà osservare come queste nuove norme riusciranno a integrarsi con la vita quotidiana sul web.