Ok, ci siamo, è ufficialmente cominciata la fine di LinkedIn così come lo conosciamo. In realtà, la catastrofe risale a più di un anno fa, quando il social per professionisti aveva deciso di cambiare look, niente di male, per carità, se non fosse che a poco a poco la piattaforma si sta snaturando.
L’ultima novità sono le reaction. Secondo il team di sviluppo, sono stati gli stessi utenti a chiedere le “reazioni” e possiamo crederci sul serio, perché un sacco di persone confondono ancora LinkedIn con Facebook. Iniziamo con le basi. Se Facebook ha iniziato come catalizzatore di socializzazione tout-court, LinkedIn è divenuto famoso per il suo approccio professionale, aiutando le persone a far crescere la propria rete, trovare posti di lavoro e incrementare le competenze.
Quando si parla di Facebook, bisogna considerare che l’intera piattaforma e il sistema sono stati progettati per consentire alle persone di “condividere e comunicare”. Il suo design si basa sul principio che i navigatori amano farsi i fatti degli altri, e non è un caso se le principali funzionalità girino intorno al concetto di condivisione. Se LinkedIn viene gestito come un’app, Facebook è davvero un contenitore, una sorta di app dentro cui trovare tante mini-app. Potrei andare avanti tutto il giorno ma mi fermerò qui, in quanto a differenza.
Perché allora la gente posta su LinkedIn come su Facebook? Mi manda messaggi come su Facebook? Mi chiede di mettere like ai loro post come su Facebook? Perché LinkedIn ha aggiunto le reazioni come su Facebook?
Considerando il vero potere dei social network al giorno d’oggi, ritengo fondamentale salvaguardare la percezione che viene data agli altri quando interagiamo online. Parlando di Facebook e LinkedIn, il problema qui è che in molte occasioni ho visto gente condividere contenuti sul secondo come se fosse sul primo, in termini di concetti, linguaggi, aspettative. Con le reaction, questa confusione crescerà ulteriormente. Sui social, nel momento in cui crei un profilo, qualunque cosa tu faccia avrà un impatto su quel profilo e su come verrà percepito dagli altri; dunque il caos tra l’uso professionale e personale è una mossa pericolosa.
Quindi la prossima volta che condividerai qualcosa su LinkedIn, chiediti se questo ti renderà un professionista più produttivo o di successo, se il tuo post aiuterà qualcuno a essere più bravo in quello che fa. Se la risposta è “no”, allora condividilo su Facebook, che è meglio.