Samsung ha accusato un calo del 60% dei profitti dovuto alla diminuzione della domanda per i suoi chip di memoria. Il gruppo coreano ha annunciato oggi che le entrate per il primo trimestre dell’anno sono diminuite del 13% rispetto all’anno precedente a circa 45 miliardi di dollari. L’utile operativo del trimestre è stato di oltre 5 miliardi di dollari, un calo evidente del 60% rispetto al primo trimestre del 2018.
Il responsabile principale, su cui l’azienda si è affidata in modo particolare negli ultimi mesi, pare essere il segmento dei semiconduttori. Questo è sceso del 27%, mentre le unità di memoria sono scivolate del 30% su base annua. Samsung ha accusato la debole stagionalità e la necessità di riprogrammare l’inventario, osservando che le sue vendite sono state colpite dal panorama globale che vede le spedizioni degli smartphone compresse, così come quelle, in ambito business, dei server.
Anche l’attività commerciale ha contribuito alle perdite; il fatturato è diminuito del 18% a causa della minore redditività dei display mobili e di grandi dimensioni. Ad ogni modo, la recente gamma di S10 pare vendere bene: pur non fornendo cifre esatte, il chatebol parla di un consolidamento del primo posto come marchio smartphone al mondo, grazie a un totale di 78 milioni di smartphone durante il periodo di tre mesi (non solo S10). Samsung ha aggiunto di voler rafforzare la famiglia di prodotti attraverso innovazioni come il Galaxy S10 5G e il Galaxy A80, continuando a spingere evoluzioni dell’hardware per i consumatori finali.
Con un occhio rivolto al secondo trimestre, la compagnia prevede che la domanda di smartphone aumenterà leggermente, con le vendite destinate a salire grazie all’arrivo del Galaxy Note10 e agli smartphone Galaxy Fold ancora non in commercio. Samsung si aspetta un miglioramento “limitato” anche nel mercato dei chip di memoria; con una prosieguo del calo dei prezzi ed una conseguente adozione più ampia.