Rilasciato la prima volta in versione beta il 13 marzo 2019 per un piccolo gruppo di tester, Android 10 Q definitivo è stato finalmente svelato oggi in ogni suo dettaglio durante la “prima” di Google I/O 2019, evento annuale del colosso di Mountain View dedicato agli sviluppatori e che terminerà giovedì 9 maggio.
Con Android Q Google prosegue nel solco del predecessore Android 9 Pie puntando forte sulla privacy e sulla sicurezza, migliorando il discorso accessibilità con la nuova funzione Live Caption e tentando di risolvere l’annoso problema dell’aggiornamento perenne.
Partiamo dalla novità più “scontata” e già ampiamente discussa e anticipata, anche su queste pagine: il tema scuro. La dark mode è ormai diventata una tendenza fra i sistemi operativi: Microsoft Windows 10 e macOS hanno fatto scuola e ora anche iOS si appresta a fare il passo verso il “lato oscuro”. Attivarlo su Android Q – dove sarà chiamato Dark Theme e non Dark Mode – è facilissimo: è sufficiente aprire il menu delle impostazioni rapide, toccare un pulsante ad hoc e l’interfaccia passa subito dal bianco al nero. Vero nero, non un grigio molto scuro come visto in altre dark mode. Ricordiamo che grazie a questa modalità la durata della batteria sarà prolungata. Di fatto, attivando il risparmio energetico su Android Q si attiverà automaticamente anche Dark Theme. Google si impegna inoltre a pubblicare temi scuri per tutte le sue app Android di prima generazione. Per gli sviluppatori di terze parti bigG sta lavorando ad un’API.
Con Android Q si rivoluziona ulteriormente il modo di navigare sullo smartphone, portando ad un nuovo livello quanto già fatto con Android 9 Pie (strizzando l’occhio al mondo Apple): un nuovo sistema gestuale prenderà infatti il posto della barra inferiore. In Android Q è presente una barra lunga e sottile nella parte inferiore dello schermo. Si deve scorrere verso l’alto per andare nella Home e scorrendo, invece, verso l’alto e trascinando si attiva la visualizzazione multitasking. Una soluzione decisamente familiare per chiunque stia passando da iPhone. Per le applicazioni è necessario scorrere verso l’alto dalla schermata Home, mentre per tornare indietro si deve semplicemente scorrere verso l’interno dal bordo sinistro o destro dello smartphone.
Sul fronte sicurezza e privacy Android Q permetterà agli utenti di avere maggior controllo sulle app che vanno a traccaire la posizione e limitarne di conseguenza le attività. Importante per il discorso privacy anche la funzione scooped storage, grazie alla quale si avrà maggior “margine” sui permessi che vengono concessi alle app alla memoria esterna di smartphone e tablet.
La funzione più interessante è senza dubbio il Live Caption, grazie alla quale è possibile ottenere una trascrizione in tempo reale di ciò che viene detto in qualsiasi video o audio, su qualsiasi applicazione. La tecnologia alla base di Live Caption è il local machine learning, quindi non viene inviato nulla al cloud e non è necessaria una connessione internet per utilizzarlo. E da quello che abbiamo potuto vedere sinora funziona già molto bene.
Una volta attivato nelle impostazioni di accessibilità di Android, viene visualizzato un nuovo pulsante proprio sotto la barra del volume. Toccandolo apparirà una finestrella nera all’interno della quale comparirà il testo; in pratica sotto forma di didascalia. Proprio come Live Transcribe (app di Google pensata per non udenti), non sarà possibile salvare i testi trascritti.
Estese anche le cosiddette funzionalità “Digital Wellbeing” integrando il parental control nella stessa sezione delle impostazioni. In Android 10 Q, infatti, il sistema di controllo genitori sarà integrato direttamente all’interno del sistema operativo senza quindi dover andare a scomodare altre app come Family Link. Introdotta poi una nuova funzionalità denominata Focus Mode che permette di selezionare e disattivare le notifiche di un elenco di app considerate particolarmente distraenti.
Chiudiamo il cerchio con le novità sulle notifiche. In Android Q è infatti presente un sistema chiamato “Notification Assistant” che aiuta l’utente a gestire le risposte automatiche o potrebbe persino essere in grado di modificare la priorità di una notifica. Interessanti anche le “bolle”, ovvero una via di mezzo fra la notifica e una vera e propria finestra aperta di una app che permettono un’interazione immediata con i messaggi, un po’ alla stregua dei chat head di Facebook Messenger.