Il nuovo sistema operativo Android 10 Q avrà una novità decisamente singolare: una serie di emoji “non binare”, ovvero gender fluid, che quindi dal punto di vista del genere si presentano assolutamente neutre. Le faccine, in pratica, non rappresentano un uomo o una donna ma semplicemente un essere umano il cui sesso non viene esplicitato dal disegno.
Le nuove emoji gender fluid saranno 53 in totale e, almeno in una prima fase, saranno disponibili solamente per gli smartphone Google Pixel, a partire dalla prossima settimana. Gli altri smartphone che supportano Android Q riceveranno le nuove faccine “asessuate” entro la fine dell’anno. Le 53 nuove emoji non binarie sono disponibili in diverse tonalità di colore per la pelle.
I ragazzi di Google hanno “giocato” soprattutto sul taglio dei capelli e il tipo di abbigliamento, elementi che in queste immagini molto semplici e basiche fanno pendere il sesso dell’emoji da una parte o dall’altra. Proponendo un taglio di capelli intermedio e abiti di colori o tipologia non per forza riconducibili al genere uomo o donna, ecco che le 53 nuove emoji si presentano come difficilmente classificabili dal punto di vista del genere.
Create nell’ormai lontano 1999 dai giapponesi della NTT Docomo, le faccine sono arrivate oggi ad essere oltre 3000 ed l’aggiunta di questo tipo va evidentemente incontro alle persone la cui identità di genere non rientra in una delle due “standard” uomo o donna, ma in una sorta di terzo genere (genere non binario appunto).
Iniziative simili in chiave inclusiva furono già prese tempo fa, con l’introduzione di emoji che rappresentano non solo la famiglia tradizionale “mamma, papà, figlio” ma anche altre possibilità, e così via.
Non li chiamiamo personaggi “non binari”, né terzo genere, né emoji asessuate, e nemmeno “gender neutral” – spiega Jennifer Daniele, portavoce delle emoji Android di Google – quest’ultima è una definizione che si potrebbe usare per i pantaloni unisex. Il nostro scopo era creare qualcosa di maggiormente inclusivo.