Ce l’ha messa tutta e finalmente lo ha fatto. Donald Trump ha cancellato Huawei dal mercato USA, o qualcosa di molto simile. Con il recente ordine esecutivo firmato qualche ora fa, il presidente si è arrogato il diritto di bloccare ogni tipologia di vendita merceologica tra compagnie del suo intelligentissimo paese e società che arrivano da nazioni estere, considerate nemiche della bandiera stellata. Tra le righe: Huawei e ZTE.
La questione è calda ma soprattutto in termini tecnici. Nell’era delle connessioni di massa, del perennemente online, del “tutto e subito”, mai, e ripeto, mai, le forze di sicurezza statunitensi hanno pubblicato una sola riga che provi il legame di Huawei con le strategie di spionaggio di Pechino. Persino quando un saputello ricercatore indipendente se ne è uscito con “il P30 invia dati alla Cina”, ha dovuto fare marcia indietro, scusandosi e affermando che era stato tutto un abbaglio.
Lungi da me parlare di una questione che sa di stereotipo ma è quello che sta accadendo. Se possibile, il danno maggiore per Huawei sarà di immagine, probabilmente anche in Occidente. E, parlando di danno, Trump lo arrecherà presto alle sue stesse aziende che oggi dice di difendere così tanto. In che modo? Semplice: Washington (o meglio, le authority sul territorio), obbligheranno tutti i vendor che forniscono servizi al pubblico (ad una persona come a mille) di smantellare le apparecchiature a marchio “China”, dunque anche quelle di Huawei e ZTE. Router, access point, modem, tutto ciò che serve a ricevere, inviare e canalizzare i dati.
I soggetti più piccoli, magari i reseller di connessioni wireless, che coprono zone non servite direttamente dai big, dovranno sostenere costi non così banali per mandare al macero i ripetitori vietati e comprarsene dei nuovi, con il rischio che le compagnie di bandiera, intanto, abbiano alzato i prezzi, per aumentare il margine. E non andiamo troppo sul sicuro circa il fatto che in Europa la questione non toccherà i tavoli del potere perché, se in termini massimi USA e Huawei hanno il loro peso, la prima è in leggero vantaggio.
Non posso che capire quando Huawei afferma che questioni del genere non fanno che rallentare l’innovazione, perché è esattamente così. Quell’aurea di “spiona” che si sta portando dietro, ingiustamente, finirà per segarle il futuro o rafforzarlo, nel caso i soggetti preposti nel Vecchio Continente dimostrino di avere più sale in zucca dei colleghi Oltreoceano, troppo spesso impegnati a puntare il dito fuori, piuttosto che guardarsi dentro.
E allora…#buongiornounCaffo