Nonostante l’annuncio di smartphone con interessanti caratteristiche, Sony è molto lontana dai big del settore e la divisione mobile ha perso nel 2018 quasi 900 milioni di dollari. Il produttore giapponese non abbandonerà il mercato, ma focalizzerà l’attenzione solo su determinati paesi.
In base alla strategia aziendale di medio-termine, Sony non distribuirà più smartphone in Canada, Messico, Sud America, India, Medio Oriente, Australia e Africa. Il produttore ha da tempo interrotto qualsiasi operatività negli Stati Uniti, Russia e Cina. In pratica i futuri smartphone arriveranno solo in Europa, Giappone, Hong Kong e Taiwan. Nel corso del 2020 verranno apportati alcuni cambiamenti interni che dovrebbero portare ad un incremento dei profitti. Per ridurre i costi è previsto anche il ridimensionamento della forza lavoro con almeno 2.000 licenziamenti.
I dati relativi al primo trimestre 2019 evidenziano chiaramente la crisi di Sony: solo 1,1 milioni di smartphone consegnati. In tutto il 2018 sono stati spediti 8,1 milioni di smartphone. Il CEO Kenichiro Yoshida, sostituto di Kaz Hirai, ha tuttavia confermato che Sony non uscirà dal business degli smartphone, in quanto necessari per rendere sostenibile la divisione hardware.
Secondo il CEO, gli smartphone sono molto importanti perché oggi sono sinonimo di intrattenimento. Le giovani generazioni non guardano più la TV, ma accedono ai contenuti multimediali tramite i dispositivi mobile. Ecco perché i nuovi Xperia 1, 10 e 10 Plus hanno un schermo in formato 21:9. Yoshida crede quindi che Sony possa ancora ricavare profitti dalla vendita dei futuri modelli.
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Curiosamente il produttore giapponese contribuisce al successo di alcuni diretti concorrenti. Tra gli smartphone più popolari ci sono Redmi Note 7 Pro, Xiaomi Mi 9, Honor View 20 e OnePlus 7 Pro. Caratteristica comune è la fotocamera posteriore con sensore Sony IMX586 da 48 megapixel.