Nei prossimi due anni i ricavi di Huawei scenderanno di almeno 30 miliardi di dollari. Non lo diciamo noi e nemmeno un analista informato sulla situazione ma proprio il CEO e fondatore della compagnia, Ren Zhengfei.
L’azienda, per prepararsi ad un calo atteso di vendite, taglierà la produzione stanziata alla divisione mobile, per una cifra pari al 40% rispetto allo scorso anno, tale da indurre la perdita in dollari menzionata poco sopra.
Ren, parlando ad una conferenza qualche ora fa, si è detto sorpreso delle mosse con cui Washington ha attaccato la multinazionale di Shenzen. Il fondatore ha ammesso che le decisioni dell’amministrazione Trump danneggeranno sicuramente la parte consumer, smartphone, tablet e computer ma non solo: anche l’unità enterprise, quella che si occupa di reti e infrastrutture subirà un duro contraccolpo, così da ridimensionare i programmi di allineamento ai rivali nel settore network: Ericsson AB e Nokia Oyj.
“Non ci aspettavamo che gli Stati Uniti avrebbero attaccato così duramente Huawei, colpendo la nostra catena di fornitura in modo così ampio e non solo bloccando l’ottenimento dall’estero di componenti ma anche la nostra partecipazione a organizzazioni internazionali – ha detto Ren – questo renderà le entrate per questo e il prossimo anno pari a circa 100 miliardi di dollari.
Che è esattamente la cifra alla quale si assisterà ad una perdita di ricavi sui 30 miliardi in due anni. Nonostante ciò, Huawei si dice fiduciosa nel poter ancora giocare un ruolo di rilievo nel mercato del 5G. La società genera più entrate di giganti come Alibaba e Tencent, e di certo riuscirà a trovare alternative hardware di qualità, per tirare fuori dal cappello i device capaci di collegarsi al nuovo standard, da vendere anche al di là della Muraglia. Nel 2018, Huawei ha superato Apple nelle vendite di smartphone, un trionfo che Washington non ha preso benissimo.