La tornata di aumento di prezzo per Netflix, cominciata qualche mese fa negli Stati Uniti, è arrivata anche in Italia. Crescono infatti le tariffe per due delle tre sottoscrizioni del gruppo, con circa 2 euro d’aumento rispetto ai precedenti listini. I nuovi piani entrano in vigore immediatamente per i nuovi clienti, mentre i vecchi abbonati riceveranno una notifica un mese prima del rinnovo e del passaggio all’accresciuta tariffa.
Il piano base di Netflix rimane invariato: per 7.99 euro al mese, è possibile scegliere la visione su un singolo dispositivo alla volta, in qualità SD. La sottoscrizione Standard, quella che garantisce uno stream HD su almeno due dispositivi contemporanei, passa invece da 10.99 a 11.99 euro mensili. Infine, il piano Premium – comprensivo della visione 4K su 4 device contemporanei – vede il pagamento mensile aumentare da 13.99 a 15.99 euro.
All’aumento di tariffa non è associato un cambiamento dell’offerta in contenuti oppure un ampliamento delle funzionalità, che rimangono le medesime degli attuali piani. Ancora, da qualche tempo il colosso dello streaming ha deciso di limitare in Italia il mese di prova gratuito, offerto sin dall’approdo della piattaforma sullo Stivale nel 2015. La decisione di rimuovere la trial da 30 giorni è stata così motivata, qualche settimana fa, dall’azienda statunitense:
Stiamo testando la disponibilità e la durata di una prova gratuita per capire meglio come i consumatori valutano Netflix. Questi test tipicamente variano in termini di durata e paesi, e potrebbero non diventare permanenti.
L’annuncio dell’aumento dei prezzi ha generato un certo chiacchiericcio sui social network, dove in molti si stanno chiedendo se le necessità di streaming video non stiano diventando troppo care per l’utente medio. A differenza delle piattaforme musicali, le quali permettono di approfittare di un catalogo pressoché completo indipendentemente dal servizio scelto – l’utente di Apple Music, ad esempio, potrà godere di una libreria musicale decisamente simile a quella di Spotify e viceversa – per le piattaforme video l’utilizzatore è costretto ad abbonarsi a più servizi per poter seguire tutti gli show preferiti. E con la moltiplicazione delle piattaforme, ben oltre a Netflix e Prima Video, la spesa mensile rischia di essere molto elevata.