Una volta può essere un errore ma qui la situazione è reiterata. PC Mag ha provato a spedire un Huawei P30 tra il suo ufficio nel Regno Unito e quello negli Stati Uniti per averlo restituito all’indirizzo del mittente, con una nota allegata che spiega che prodotti del genere non sono i benvenuti sul suolo americano.
Ciò che è sconcertante in questa storia è il motivo per cui è stato respinto il dispositivo in sé, un chiaro riferimento alla guerra in corso tra Washington e Pechino. Se non è un segreto che il governo degli Stati Uniti è al momento piuttosto ostile nei confronti di Huawei, la rigidità non era stata mai applicata alle spedizioni di singoli dispositivi.
Il pacchetto in questione è stato restituito per errore al corriere e ci scusiamo per l’errore operativo – ha dichiarato in una nota FedEx – come azienda globale che sposta ogni giorno 15 milioni di spedizioni, ci impegniamo a rispettare tutte le norme e i regolamenti e a ridurre al minimo l’impatto sui nostri clienti mentre adeguiamo le nostre attività per conformarci a un ambiente normativo dinamico degli Stati Uniti.
Secondo il vettore, il bigliettino posto sul pacco partito da Londra non è stato generato da un ufficio di FedEx sulla tratta e ci chiediamo allora chi lo abbia apposto. Ad ogni modo, non esiste alcuna legge contro la spedizione di telefoni Huawei negli Stati Uniti, a condizione (verbale, non scritta) che non siano indirizzati direttamente agli uffici della cinese negli States. La domanda è perché qualcuno vorrebbe bloccare telefonini la cui commercializzazione è ridotta ma non vietata.
Quello che interessa il ban è il commercio tra Huawei e aziende americane che forniscono hardware. Come sottolineato più di una volta dalla multinazionale di Shenzen , i dispositivi in vendita continueranno a essere venduti e supportati a livello software, dunque la vicenda di FedEx è di una gravità assoluta, un precedente da non seguire.