Sulla scia del caso Huawei, adesso è AMD ad essere coinvolta in una serie di problematiche relative a Usa e Cina. Stando infatti a un rapporto del Wall Street Journal, la compagnia americana, tra i leader nella produzione di chip avrebbe stipulato un accordo con Sugon Information Industry, gruppo cinese, secondo cui avrebbe percepito circa 293 milioni di dollari in diritti di licenza e royalties.
La vendita di una quota di maggioranza nelle sue fabbriche cinesi e malesi a un fondo di investimento sostenuto dal governo di Pechino pare abbia portato ad AMD altri 371 milioni di dollari, insomma una serie di operazioni in cui Usa e Cina, al netto di quello che accade ai piani alti del potere, collaborano a più non posso, altro che farsi la guerra. Fonti ascoltate dal Journal, affermano di come AMD abbia creato una “struttura complessa” tra due joint venture per aggirare le regole americane. Le voci parlano di una flebile conoscenza dei fatti da parte dei dipartimenti del Commercio e della Difesa, preoccupati che l’accordo fosse una minaccia per la sicurezza nazionale, dato che Sugon è sostenuta da Pechino.
In una risposta, AMD afferma il contrario, insistendo sulla correttezza delle proprie operazioni, in modo chiaro e trasparente, informando tutte le agenzie governative competenti, e non avendo alcuna obiezione in materia. Ecco il testo:
Riconosciamo che oggi ci sono maggiori sensibilità e preoccupazioni riguardo alla sicurezza nazionale e alla tecnologia – si legge – in conformità con la Lista realizzata dagli Stati Uni, AMD ha limitato la vendita e l’acquisto di prodotti e ha adottato misure per garantire che non si verifichino trasferimenti di tecnologia alle entità quotate. Come azienda, rispettiamo rigorosamente tutte le leggi degli Stati Uniti e ci preoccupiamo profondamente degli interessi di difesa perseguiti. La società continuerà a collaborare con il governo e altri soggetti, per garantire le migliori pratiche in materia aziendale e trasparenza.