Proprio ieri raccontavamo di come Huawei abbia dichiarato di voler investire una grossa quantità di denaro in Europa, Italia inclusa. Ed ecco che oggi salta fuori una notizia diametralmente opposta, che questa volta riguarda gli Stati Uniti. Sembra infatti che la parziale sospensione delle operazioni negli States sia arrivata troppo tardi per centinaia di lavoratori piazzati oltreoceano.
L’azienda, che conta circa 1.500 dipendenti statunitensi, lascerà a casa “centinaia di persone”, attualmente occupate nel laboratorio di ricerca e sviluppo, gestito dalla controllata Futurewei Technologies.
Alcuni sono già stati informati, mentre altri lo saranno tra breve. Di questi, i cinesi che hanno la possibilità di tornare in Cina avranno un incarico in sede. Il rapporto, apparso per la prima volta sul Wall Street Journal, suggerisce che il recente allentamento del divieto imposto a Huawei da parte della Casa Bianca non è stato sufficiente a salvare questo personale.
Pare che le licenze che consentiranno alle società statunitensi di operare di nuovo con Huawei possano essere implementate entro due settimane, ma ciò non cambia il fatto che la multinazionale resti nella black list del Dipartimento del Commercio federale, il che significa che lavorare negli states, per il gigante di Shenzen resterà problematico.
Tale decisione influirà anche sui rapporti con Google? Può darsi ed è per questo che Huawei accelera notevolmente verso lo sviluppo di Harmony, il nome scelto per portare il proprio sistema operativo mobile in Europa. Ad ogni modo, la cinese ha già cancellato il lancio del suo ultimo laptop negli Stati Uniti e ha dismesso il business dei cavi sottomarini.
Questa potrebbe essere la punta dell’iceberg se le cose non si risolveranno presto. Intanto c’è chi, in Europa, sta continuando ad utilizzare parti infrastrutturali di Huawei per il 5G, come nel caso del Regno Unito, che attende conferme definitive per l’esclusione dell’azienda dalla corsa all’implementazione della rete, senza le quali non vi è legge che possa tenere.